La mobilitazione della Fiom continuerà per ottenere investimenti e risorse necessaria per un serio rilancio di Stellantis nel nostro Paese. È quanto emerge al termine del tavolo di oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

A parlare sono in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom e responsabile settore mobilità, proprio a margine della riunione: “Abbiamo rivendicato dopo gli scioperi delle scorse settimane e le dimissioni dell’amministratore delegato un cambiamento concreto – esordiscono i sindacalisti –. Cambiamento per noi è misurabile solo abbattendo la cassa integrazione e aumentando il lavoro con missioni produttive per tutti gli impianti e la ricerca e sviluppo”.

L’Italia deve restare centrale

Da parte sua, il responsabile dell’Europa di Stellantis Jean-Philippe Imparato ha ribadito la centralità dell’Italia anche se, osserva l’organizzazione, “conferma le nostre preoccupazioni sul fatto che il 2025 sarà un anno molto duro in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali. I volumi produttivi saranno analoghi a quelli di quest’anno. Una previsione di crescita sarà ipotizzabile non prima del 2026”.

La centralità dell’Italia deve invece essere un fatto concreto: “Investimenti in ricerca, sviluppo e missioni produttive per tutti gli impianti e le aziende dell’indotto. La decisione del governo con la conferma del taglio al fondo automotive è inaccettabile. C’è bisogno di un fondo straordinario per mettere a disposizione della filiera automotive, risorse molto importanti fin dal 2025”.

Le novità di Stellantis

Poi ci sono le novità annunciate in sede di confronto. Tra le principali c’è l’assegnazione della piattaforma Small a Pomigliano da cui potranno scaturire due nuovi modelli e una nuova versione della “Pandina”. Su Melfi, oltre a quanto già annunciato, verranno introdotte le versioni ibride per DS7 e Gamma. Su Cassino possibili versioni ibride di Giulia e Stelvio oltre ad un possibile nuovo modello di alta gamma dal 2027. Ad Atessa sarà avviata una produzione di elettrico da fine 2024 e dal 2027 una nuova versione di Largo Van. Su Mirafiori, invece, l’introduzione già annunciata della 500 ibrida da fine 2025 e la nuova gamma della 500 dal 2030 non sono rassicuranti. Non ci saranno le condizioni di una saturazione per l’intero stabilimento.

Piano di ripartenza con punti critici

La Fiom quindi riprende: “In pochi giorni dalle dimissioni dell’amministratore delegato era impensabile avere un vero piano industriale. Oggi è stato presentato un piano di ripartenza che però nel 2025 dovrà affrontare il tema della continuità dell’occupazione in particolare nell’indotto, ma è necessaria l’integrazione salariale della cassa per i lavoratori. Sul piano industriale ci sono punti critici importanti: l’autonomia dei brand italiani a partire dal futuro di Maserati e la gigafactory di Termoli. Ed inoltre i tempi per Cassino e Melfi nonostante l’ibridizzazione peseranno sui lavoratori”.

Serve una convocazione a Palazzo Chigi

Per la Fiom Cgil, dunque, “quello di oggi è un primo confronto di ripartenza. Avremo un periodo non particolarmente semplice nei prossimi anni, è necessario ricostruire rapporti di lealtà e fiducia con le lavoratrici e i lavoratori. Se siamo consapevoli del momento di difficoltà servono le risorse necessarie da parte del governo. La nostra mobilitazione continuerà verso il governo e l’Unione europea, che dovrà prevedere un pacchetto straordinario di risorse per garantire i livelli occupazionali, la produzione e la rigenerazione dell’occupazione. È ora che a Palazzo Chigi siano convocate imprese e sindacati”.

Fiom Torino: ora fatti concreti per il rilancio

Il segretario generale della Fiom di Torino, Edi Lazzi, commenta così l’incontro: “I dirigenti Stellantis ribadiscono la centralità di Mirafiori per l'ennesima volta e sono ormai anni che ce lo sentiamo dire. Il punto non è dichiarare che Mirafiori è strategica, ma quello di realizzare fatti concreti per il suo rilancio. Noi come sindacati abbiamo già detto cosa servirebbe, ovvero nuovi modelli per arrivare a 200mila unità all'anno, assunzioni di giovani per evitare la consunzione di Mirafiori e un piano preciso per gli impiegati e tecnici. Non mi risulta che questi punti siano stati toccati all'incontro e che degli impegni siano stati presi”.

“Quindi – prosegue Lazzi – per quanto mi riguarda, si tira dritto con queste richieste e le iniziative a sostegno per un loro ottenimento nel più breve tempo possibile”.