Voglia di futuro, voglia di fare, voglia di sognare. Le ragazze e i ragazzi non ci stanno a essere definiti una generazione sprecata, e alla maggior parte di loro sta stretta la retorica del divano. Tra le attività della campagna Giovani in pausa: che spreco! dedicata ai Neet (i giovani che non studiano, non lavorano, non si formano) e promossa da Cgil e ActionAid, c’è anche il tentativo di interpellare ragazze e ragazzi molto giovani, per restituire loro il protagonismo che da tempo rivendicano.
Dalle loro risposte, dai racconti condivisi, emerge il desiderio di scrollarsi di dosso
stereotipi di immobilismo colpevolizzanti. Ciò che – dicono – davvero manca loro, sono le risorse, una visione di insieme, un contesto socio-economico in grado di fornire strumenti e percorsi solidi, una strada su cui camminare a chi, più che sprecato, si sente “sospeso”. Una generazione che – come dice Riccardo, uno dei giovani intervistati – si sente sola, abbandonata al caso da chi non riconosce il valore di coltivare i semi del proprio futuro”.Un futuro che, nonostante le difficoltà, continuano a immaginare dinamico, colorato, attivo, pieno di idee. C’è ancora tempo, per non uccidere i sogni. Per inventare il domani.