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“Trecentomila dipendenti non sostituiti dal blocco del turn-over, dice il ministro Zangrillo? In quattro anni si sono espletate per la maggior parte solo le procedure autorizzate dal governo precedente, e le procedure avviate e proseguite in sanità a partire dall’emergenza pandemica. Gli enti locali si stanno desertificando nel disinteresse del governo e pure nelle funzioni centrali l’apporto del governo attuale appare insufficiente, anzi quasi inesistente”. Lo afferma la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, replicando alle dichiarazioni del ministro per la Pa Paolo Zangrillo.
Il ministro, spiega, “rivende da anni le circa 170mila assunzioni frutto di leggi di bilancio e del governo precedente mentre quelle ascrivibili al governo attuale sono appena 23mila per le sole funzioni centrali. Avrebbe potuto assumere gli idonei, stabilizzare i precari, rivoluzionare non solo gli aspetti procedurali ma anche le modalità delle procedure concorsuali. La logica dei quiz, inoltre, appare antistorica e inadatta per reclutare nuove competenze”.
Quanto al salario, prosegue, “basta con questa storia del merito. I salari di base sono bassi, la retribuzione contrattuale è bassa. Di che cosa parla il ministro? I lavoratori non sono beoni, porti rispetto: sappiamo bene che se non si sbloccano i tetti per il salario accessorio, che loro stanno confermando non rifinanziando una piccola deroga dello 0,22, merito dell’accordo interconfederale fatto con il suo predecessore e che noi chiedevamo di superare cancellando proprio ogni tetto, ad oggi parliamo di pochi spiccioli che, peraltro, il ministro vorrebbe pure attribuire con pagelline compilate dai dirigenti. Ma stiamo scherzando? Questa è l’idea della destra di valorizzazione del settore pubblico?”.
“Salari bassi, pagelline, aumenti dei carichi di lavoro e ora pure l’aumento dell’età pensionabile? E non ci dicano che sono i lavoratori a scegliere se dopo oltre 40 anni di servizio non ti pagano il tfr, se non c’è rivalutazione dei coefficienti di lavoro con pensioni basse più del salario più basso, considerando anche il taglio delle aliquote dell’ultima legge di bilancio per alcune categorie di dipendenti pubblici, non c’è libertà di scelta, molti devono rimanere per diventare ancora più poveri. Per sopravvivere molti dovranno scegliere se essere pensionati poveri o lavoratori allo stremo delle forze. E poi con il limite del 10%? E se ci sono più domande? Chi sceglie, la lotteria?”.
Secondo Sorrentino, “stiamo assistendo al rinnovo di un contratto scaduto che taglia i salari: infatti a fronte di un’inflazione cumulata del 17% per il triennio 22\24 il governo unilateralmente ha deciso di riconoscere un terzo scarso, cioè il 5,78%, torniamo indietro sugli sviluppi dei nuovi inquadramenti, rimane il blocco per i fondi legati alla contrattazione decentrata. A queste condizioni non solo la Pa non è attrattiva, ma mortifica pure chi ci lavora. Noi andremo avanti con la mobilitazione”.