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"Coesione sociale è stato coram populo l'appello che ha preceduto la formazione del governo Draghi. Ora, di fronte a ciò, la scelta di Renato Brunetta come ministro della Pubblica amministrazione è quanto di più antitetico ai concetti di coesione, innovazione, investimenti nella partecipazione per gestire la transizione digitale e organizzativa in modo democratico e partecipato". Così il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, interviene in un post su Facebook commentando la formazione del nuovo governo.
"È in assoluto il ministro che nella storia della repubblica di più ha generato conflitto sociale - aggiunge -, è intervenuto delegittimando la funzione sociale del valore pubblico, ha bloccato la contrattazione accanendosi in particolare a limitare la contrattazione decentrata, ha sottratto l'organizzazione del lavoro all'autonomia delle parti aumentando le misure orientate alla logica punitiva di dipendenti e dirigenti, ha usato leve come la produttività in una logica punitiva, la formazione come benefit e non come diritto del lavoratore all'aggiornamento costante, ha favorito esternalizzazioni e precariato per privatizzare spazi di mercato di servizi essenziali e fare dumping con le condizioni di lavoro del settore pubblico, non si è mai preoccupato della sicurezza sul lavoro ma ha ridimensionato diritti come il trattamento della malattia". Per questi motivi "non è veramente comprensibile la scelta - secondo il segretario -, se l'obiettivo del Paese è una pubblica amministrazione più efficiente, efficace e vicina ai cittadini, innovata e digitale".
La Funzione pubblica della Cgil comunque ci sarà sempre. "Il settore pubblico è un bene comune, che funzioni bene e sia efficace è interesse di tutti, cittadini e lavoratori - scrive Sorrentino -. Noi all'innovazione non rinunciamo, noi alla partecipazione delle lavoratrici e lavoratori ai cambiamenti organizzativi non rinunciamo, noi alla lotta alla precarietà non rinunciamo. #CiSiamo. Ascolteremo il programma, misureremo gli interventi proposti dal ministro perché siamo un grande sindacato ma non ci rassegneremo a tornare al 2009, noi guardiamo al futuro e alle nuove generazioni. Al ministro che disse ai precari "siete l'Italia peggiore" assicuriamo che non abbiamo dimenticato, dopo oltre dieci anni abbiamo riconquistato la contrattazione, avviato le stabilizzazioni, presentato la nostra proposta di riforma professionale e il piano straordinario per l'occupazione".