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Adesione dell’80 per cento allo sciopero dei lavoratori in somministrazione dipendenti di Adecco e in missione presso Poste Italiane, che si è tenuto lunedì 27 luglio, indetto da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp. La mobilitazione ha visto due presìdi a Roma: il primo, in mattinata, sotto la sede nazionale di Poste Italiane (in viale Europa); il secondo, nel pomeriggio, davanti al ministero dello Sviluppo economico. Per oggi (martedì 28 luglio) previsto un nuovo presidio davanti al ministero, in occasione della ripresa della trattativa.
“La vertenza – spiegano i sindacati – nasce dalla necessità di garantire continuità occupazionale per l’intera platea, che rischia di perdere il proprio posto di lavoro a causa di un’interpretazione non condivisibile di Poste Italiane, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei, applicabile anche ai somministrati, nonostante essi siano assunti con contratto a tempo indeterminato dall’Agenzia per il lavoro Adecco”.
Lo slogan della giornata di mobilitazione “+dignità –decreti” ha voluto sottolineare la richiesta rivolta a Poste Italiane e al ministero dello Sviluppo economico “di dare pieno significato al termine ‘dignità’, consentendo così la prosecuzione di centinaia di rapporti di lavoro, il cui termine sarebbe un danno sociale di ingente portata”.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp non possono che “constatare, con grande disappunto, la mancata disponibilità da parte di Poste Italiane di incontrare le rispettive delegazioni sindacali, perdendo così, per l’ennesima volta, l’occasione di mandare un messaggio importante all’intero Paese e garantire quelle certezze che, in un periodo storico particolare quale quello attuale, sarebbero state fondamentali per rinsaldare la fiducia dei lavoratori”.