“A seguito delle mancate risposte sulla convocazione di un tavolo da parte del ministero dello Sviluppo economico sulla Snaitech, chiediamo al nuovo esecutivo, e in particolare al neo ministro del Lavoro, di riprendere in esame le nostre richieste”. A dirlo in una nota è Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom per il gruppo Snaitec. Al ministero vi sono molti tavoli aperti su cui riprendere il confronto, ma un tavolo sulla Snaitech, dopo il cambio di proprietà e la condanna per attività antisindacale, non è mai stato convocato”.
La Snaitech è una importante società legata al gioco e a seguito del passaggio societario ha abbandonato la borsa di Milano per passare a quella di Londra. “Non è escluso – osserva il sindacalista della Fiom – che venga spostato il baricentro aziendale all’estero. Non è mai stato presentato alcun piano industriale e siamo preoccupati per il futuro delle sedi nazionali che complessivamente danno lavoro a 650 dipendenti, oltre a tanti altri lavoratori indiretti”.
Per la Fiom, c’è dunque la necessità che il ministro del Lavoro convochi un tavolo “per definire chiare garanzie riguardo il futuro aziendale. Il governo – spiega infatti Braccini – ha piena titolarità a intervenire poiché il settore risente di concessioni pubbliche. Oggi più che mai appare evidente che il tentativo di disapplicare il contratto nazionale dei metalmeccanici, cosa che è costata una condanna all’azienda, era solo il tentativo di inquinare il quadro aziendale e creare confusione tra i lavoratori in modo da poter gestire indisturbati il passaggio di proprietà con Playtech”.
“Insistiamo – conclude la nota – nel chiedere conto di questa operazione societaria che non ci ha mai convinto e nel voler capire quali sono le missioni future delle sedi operative in Italia. Il ‘governo del cambiamento’ doveva fare una crociata contro il gioco d’azzardo e non l’abbiamo riscontrata; adesso è il momento di cambiare davvero e di non lasciare mano libera a imprese che continuano a fare profitti senza assumersi impegni in termini di sviluppo e garanzie occupazionali nelle sedi italiane”.