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Ormai lo sanno tutti: da giovedì 1° settembre cambiano le norme che regolano lo smart working nel mondo del lavoro italiano. Il regime in vigore fino al 31 agosto, dettato dall'emergenza Covid e protratto per garantire maggiore sicurezza, adesso va in soffitta. Vediamo quali sono le indicazioni a cui attenersi. Il principio di base è questo: non esistono più direttive emanate dal governo e valide per tutti. Le aziende dovranno stipulare quindi accordi individuali con i singoli lavoratori che intendono continuare a usufruire della modalità di lavoro da remoto, che dovrà essere svolto secondo quanto concordato con il proprio datore.
L'intesa individuale
In sostanza si torna alla legge 81 del 2017. Per attivare lo smart working il datore e il dipendente devono stipulare ufficialmente condizioni e termini della prestazione lavorativa, sia nel settore pubblico che nel privato. Per fare questo le comunicazioni al ministero del Lavoro verranno semplificate rispetto alla procedura pre-Covid.
La comunicazione digitale
Scompare l'obbligo di comunicazione dell'intesa. Da settembre basta la comunicazione telematica al dicastero dei nominativi delle lavoratrici e dei lavoratori, specificando la data di inizio e fine dello smart working insieme al tipo di contratto, se a tempo determinato o indeterminato. Si tratta di una semplificazione della procedura che viene "ereditata" dallo stato d'emergenza e diventa così strutturale.
Fragili e genitori di under 14: nessuna proroga
Finora, come noto, alcune categorie specifiche di lavoratori, soprattutto fragili e genitori di figli sotto i 14 anni, hanno goduto della priorità per accedere lavoro agile nella misura del 100%. Al momento questa non c'è più: chiunque non abbia sottoscritto l'accordo individuale al 1° settembre dovrà tornare al lavoro in presenza senza distinzioni. Il governo uscente infatti non ha esteso la proroga, ma non è escluso un ulteriore intervento per permettere a queste fasce di continuare lo smart working totale.
Ecco chi ha priorità
Il governo ha comunque fornito un'indicazione, contenuta nel decreto legislativo 105 del 2022. Se nell'azienda lo smart working è previsto, la precedenza viene assegnata alle seguenti categorie: lavoratori con disabilità, con figli di età inferiore ai 12 anni, con figli disabili gravi e i cosiddetti caregiver, ossia i lavoratori che si prendono cura di un parente in gravi condizioni di salute.
La pubblica amministrazione
Qui viene ampliata la categoria dei dipendenti con priorità, attraverso l'inserimento di genitori di figli under 12 o con disabilità gravi, che prima erano assenti. Precedenza anche a coloro che si occupano di familiari non autosufficienti. Cosa significa? I dirigenti sono chiamati a considerare queste indicazioni nel momento dell'assegnazione del lavoro agile. Come detto, invece, decadono le tutele specifiche per i lavoratori fragili: in tal caso l'amministrazione applicherà però lo smart working nella forma più flessibile, come previsto dalla comunicazione ministeriale del 30 giugno che indica "deroghe al lavoro in presenza" per queste fasce di lavoratrici e lavoratori.