“Comportamento antisindacale”. É questa la denuncia depositata da Slc Cgil e Uilposte presso il Tribunale di Roma. Un collegio di avvocati incaricati dalle due organizzazioni sindacali ha fatto ricorso contro Poste Italiane per l’atteggiamento mantenuto dall’azienda nel corso delle trattative relative a tre imponenti riorganizzazioni imposte dalla società. Una vicenda ormai nota, che si trascina da diversi mesi, e a cui la Cgil e la Uil hanno sin dall’inizio espresso contrarietà.

“La cosa più importante di tutte che ci ha spinto a denunciare l’azienda, è che tutto ciò ha prodotto un grave danno ai lavoratori e alle lavoratrici – ha dichiarato Nicola Di Ceglie, segretario nazionale Slc - peggioreranno pesantemente le condizioni di vita e di lavoro dei colleghi impattati.”

Le riorganizzazioni in atto fanno parte di una serie di interventi onerosi di ristrutturazione aziendale che hanno visto decine di uffici postali chiudere sul territorio, privandolo di presidi fondamentali per i cittadini, di una prossimità che è venuta meno, con impatti notevoli sul tessuto sociale. Un risparmio sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori, che si sono visti piombare sulla testa una spada di Damocle: trasferimento o licenziamento.

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“A seguito dell’apertura di un conflitto di lavoro da parte di alcune organizzazioni sindacali (quelle che, a differenza di Slc Cgil e Uilposte, hanno poi firmato gli accordi) – prosegue Di Ceglie - l’azienda ha colto l’occasione per implementare onerosi interventi previsti dal proprio piano industriale, all’interno di una procedura che dovrebbe invece affrontare (e magari risolvere) problemi specifici dei lavoratori”.

Slc e Uilposte rifiutano la procedura, ritenendola illegittima, nonché un espediente per estrometterle dalle trattative. Il fatto grave è che è stato “impedito alle rsu del Coordinamento Nazionale di svolgere il proprio ruolo in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori che le hanno votate” denunciano le organizzazioni sindacali.

Il ricorso depositato in tribunale chiede la condanna di Poste Italiane per condotta antisindacale, ma soprattutto lo stop alle tre riorganizzazioni e la riapertura delle trattive, per raggiungere una nuova intesa che tuteli gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori. Ora la parola passa ai giudici.

“Ci è stato impedito di esercitare il nostro ruolo negoziale – conclude Di Ceglie - per questo siamo decisi a metteremo in campo ogni iniziativa utile a tutelare i nostri iscritti e le nostre iscritte”. I sindacati hanno annunciato la prosecuzione della mobilitazione, attraverso una serie di assemblee nei luoghi di lavoro in tutta Italia.