Seconda giornata di sciopero oggi (mercoledì 20 febbraio) davanti allo stabilimento della Sirti di Carini (Palermo), contro gli 833 esuberi annunciati dall'azienda di infrastrutture per telecomunicazioni e information technology. Totale l'adesione dei 180 dipendenti, in presidio dalle ore 8. Anziché le due ore di sciopero previste, l'assemblea ha deciso di proclamare una terza ora di sciopero: salgono così a cinque le ore di stop effettuate a Palermo (comprese le due di lunedì 18). “Vigileremo affinché l'azienda non sostituisca i lavoratori in sciopero con gli operai del mondo dei subappalti della Sirti, sarebbe una palese attività antisindacale", dichiarano i segretari Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti: "Anche per questo nei prossimi giorni chiederemo ai lavoratori dei subappalti di aderire alla protesta”. Sono almeno 14 le aziende che operano in subappalto con Sirti (imprese come Montel,Isetec, Sitem, Faim, Telma, Catania impianti e altre).
La tensione tra i lavoratori è alta. “Altre volte nella nostra vita aziendale abbiamo vissuto momenti di preoccupazione simile, ma un numero di esuberi così alto non era stato mai dichiarato", dicono Giuseppe Romano e Francesco Agnello, Rsu della Fiom Cgil, da 29 anni in Sirti: "Sono tanti i colleghi che lavorano per quest'azienda da più di vent'anni. Anche i modi oggi sono cambiati, il rapporto personale è quasi inesistente, ci sentiamo considerati numeri più che lavoratori". Gli esuberi riguardano il 23 per cento degli oltre 3.692 dipendenti. "L'azienda li dichiara - continuano - perché la mole di lavoro si è ridotta, e in contrasto con questo si continua con le esternalizzazioni. Un atteggiamento arrogante che non ci sta bene e che contrasteremo. C'è forte unità tra noi e tanta partecipazione, non solo a Palermo. E' una lotta che sta coinvolgendo tutto il territorio nazionale”.
Secondo le motivazioni dell'azienda, il mercato delle telecomunicazioni, che ha subito cambiamenti strutturali negli ultimi anni e sta attraversando una fase di trasformazione a livello globale, che ha comportato per l'Italia una contrazione del giro d'affari, impone una progressiva riduzione del livello dei prezzi e lo spostamento degli investimenti verso soluzioni contraddistinte da un maggior grado di digitalizzazione. “Continueremo a opporci a questo piano di licenziamento collettivo", concludono i segretari Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti: "L'azienda apra il confronto, il piano di trasformazione preveda la riqualificazione del personale. Quello che ci preoccupa di più, nella logica della riduzione dei prezzi, è l'uso selvaggio del subappalto e il tentativo di mettere contro i lavoratori”.