Le risorse per i collaboratori sportivi stanziate e confermate nella conversione del decreto Cura Italia sono insufficienti: pur rappresentando un primo importante segnale di attenzione nei confronti di una categoria fino a oggi invisibile, riusciranno a sostenere solo 83mila collaboratori, su una platea di oltre 500mila. Lo affermano le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom Uil, secondo le quali il settore degli impianti e delle attività sportive e motorie è fra i più colpiti dalla crisi e attende da tempo una modifica della legislazione che riconosca a tutti i lavoratori dello sport (dagli istruttori, ai preparatori, ai manutentori e al personale amministrativo) pieni diritti e tutele.
Per i sindacati, il ministro dello Sport e le istituzioni dovranno intervenire, anche aprendo un'interlocuzione "in considerazione delle necessarie misure che si dovranno prevedere per la ripartenza e il rilancio di un settore fondamentale per la sua funzione sociale, per la salute e il benessere dei tanti adulti e ragazzi che frequentano palestre, piscine, circoli, e che ricordiamo, rappresenta il 4 per cento del Pil nazionale".