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“Oggi, in commissione Bilancio alla Camera, è stato cancellato l’articolo del decreto Rilancio che prevedeva di protrarre ulteriormente la validità del Durc, che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende: la decisione è un colpo di spugna sui diritti dei lavoratori e un regalo per caporali e imprese scorrette”. Lo dichiarano Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi, segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, commentando l’abolizione del comma 1 dell’articolo 81 del decreto Rilancio, proposta da due deputati del Movimento 5 Stelle, Donno e Faro.
L’articolo in questione era stato richiesto dalle parti sociali dell’edilizia al Governo, ed era oggetto di un’intesa raggiunta ad aprile con i ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli. “Paradossali e pericolose le conseguenze del provvedimento: un’impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare sino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero, però partecipando ad appalti pubblici e beneficiando di incentivi. Un’azienda che nasce oggi, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente, pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero, altro che lotta all’illegalità, alle mafie e alla criminalità”, denunciano i dirigenti sindacali.
Fra l’altro, il voto sconfessa il presidente Conte, che durante gli Stati generali dell'economia si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. “Chi pagherà le conseguenze di questo colpo di spugna saranno i lavoratori dell’edilizia e le tante imprese serie: la maggioranza del Governo si assume una responsabilità gravissima. Per questo, chiediamo al Governo di rispettare gli impegni presi e al Parlamento di rimediare alla scelta sciagurata appena compiuta. In caso contrario, faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi e nelle piazze”, concludono le sigle delle costruzioni.