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“I lavoratori sono stati informati dell’esito dell’incontro del 18 gennaio al Mimit, che reputiamo assolutamente negativo”. A dirlo sono Loris Scarpa (coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil) e Roberto Forresu (segretario generale Fiom Cgil Sardegna Sud-Occidentale), commentando il vertice al ministero delle Imprese sulla vertenza della SiderAlloys di Portovesme.
“Le criticità evidenziate sono: mancata presenza della proprietà (dott. Mannina), nessuna garanzia di pagamento delle retribuzioni arretrate, nessun riferimento al piano industriale”, proseguono gli esponente sindacali, confermando che “il saldo delle insolvenze aziendali (pagamenti di tredicesima mensilità, importi previdenziali fondo Cometa e previdenza sanitaria integrativa Metasalute) da parte di SiderAlloys e di Gms, società controllata, rimane condizione necessaria per qualsiasi discussione a partire dal prossimo incontro previsto per il 6 febbraio”.
Scarpa e Forresu evidenziano che “l’attuale proprietà si è giocata la propria credibilità in quanto non ha ancora presentato un piano industriale concreto e avviato, e sta beneficiando di soldi pubblici senza mantenere gli impegni presi. Siamo in attesa da mesi di un cronoprogramma e del reintegro di tutti i lavoratori, a oggi ci sono soltanto mancate retribuzioni e licenziamenti”.
I dirigenti Fiom così concludono: “Per la ripresa industriale del sito di Portovesme è necessario che istituzioni locali e nazionali facciano la loro parte fino in fondo, trovando anche altre soluzioni industriali. La produzione di alluminio è fondamentale per il nostro Paese e per il territorio. Prevederemo ulteriori iniziative di lotta a sostegno delle nostre richieste e della ripartenza dello stabilimento”.