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Si è svolto oggi, presso il ministero dello Sviluppo economico, l’incontro con la Sider Alloys - la società svizzera che ha acquisito la ex Alcoa di Portovesme -, relativo al riavvio dello stabilimento di Portovesme, sito specializzato nella produzione di alluminio primario.
“Dalla presentazione del cronoprogramma aziendale – rileva Mirco Rota, coordinatore nazionale Fiom per la siderurgia –, purtroppo, abbiamo constatato che la fase di revamping non ha ancora una data certa. Infatti, nonostante Sider Alloys indichi gennaio 2020, come avvio degli impianti, e gennaio 2021 per la messa in produzione di 328 celle, mancano, ad oggi, due presupposti fondamentali perché ciò possa realizzarsi: la firma del contratto di revamping con una società cinese specializzata e il contratto di fornitura elettrica a costi compatibili con il piano industriale. Su quest’ultimo punto, l’azienda ha dichiarato che, in assenza di contratto, non andrà oltre l’acquisto di trasformatori elettrici, carri ponte e poco altro”.
Una situazione molto grave e preoccupante, anche alla luce dei mesi trascorsi e delle poche cose realizzate, tra cui l’inserimento dei lavoratori ex Alcoa. "Al governo, abbiamo chiesto di monitorare quanto sta avvenendo, anche attraverso Invitalia, che fa parte della compagine azionaria. Nello stesso tempo, va data una soluzione rispetto a quanto determinatosi all’interno dell’'associazione dei lavoratori', in sfregio alle regole definite a livello ministeriale. Infine, non meno importante rimane l’aspetto legato agli ammortizzatori sociali, per cui, ancora oggi, da parte del ministero, non è giunta alcuna risposta rispetto alla difficile situazione dei lavoratori ex Alcoa”, conclude il dirigente sindacale.