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“Siamo molto lontani da quello che abbiamo chiesto. Le risposte avute oggi non sono adeguate e abbiamo intenzione di proseguire, sotto tutte le forme possibili, con la mobilitazione”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro a palazzo Chigi sulla sicurezza sul lavoro. “Sono mesi che non si confrontano, ci incontrano oggi per dirci che alle 15.30 vanno in consiglio dei ministri con testi che hanno discusso solo loro. Così non va bene”, afferma parlando di “un incontro non all'altezza sia per il metodo sia per il merito: ci sono cose che non costano e continuano a non fare”.
Diverse le richieste avanzate dal leader della Cgil durante il tavolo in Sala Verde: “Abbiamo rivendicato la reintroduzione per decreto della parità di trattamento economico e normativo, cancellata nel 2023, per i lavoratori in tutti gli appalti pubblici e privati, indipendentemente dall’impresa in cui sono dipendenti, estendendo e migliorando così le tutele garantite dal codice degli appalti, ora previste solo per il pubblico”.
“Inoltre - ha aggiunto Landini - abbiamo chiesto: una patente a punti per determinare l’accesso delle imprese alle gare d’appalto pubbliche e private; l’obbligo del cartellino identificativo per l’ingresso nei cantieri; la realizzazione di un libretto digitalizzato delle imprese che registri investimenti sulla sicurezza e infortuni; l’estensione del certificato di congruità della manodopera e dei tempi di realizzazione in tutti i cantieri ed in tutti i settori; l’assunzione degli ispettori del lavoro, e assunzioni anche nei servizi di medicina del lavoro territoriali”.
Infine, per il segretario generale della Cgil “è indispensabile il superamento del subappalto a cascata e l’obbligo di formazione per il lavoratore prima di essere adibito a qualsiasi mansione. Vanno estese le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e anche verso i nuovi assunti”.
Inoltre “va abolita la legge Bossi Fini - prosegue - che permette nei fatti lo sfruttamento dei lavoratori migranti. Vanno rafforzate le sanzioni, anche penali, verso le imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza”. In conclusione Landini ha poi ribadito: “Gli incentivi o finanziamenti alle imprese che non rispettano norme e non applicano i corretti contratti nazionali di lavoro non vanno erogati”.