Quest’anno la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, appuntamento promosso ogni 28 aprile dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) cade in un calendario “civile” già fittamente concentrato sulla battaglia contro gli infortuni e le morti sul lavoro.

“Uniti per un lavoro sicuro” è infatti il tema del Primo Maggio 2025 lanciato da Cgil, Cisl e Uil. La Festa dei lavoratori è dedicata al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di dare incisività al tema scegliendo tre luoghi simbolici da cui i segretari generali interverranno con il loro comizio conclusivo: a Roma parlerà Maurizio Landini (Cgil), a Casteldaccia (Palermo) Daniela Fumarola (Cisl), a Montemurlo (Prato) parlerà Pierpaolo Bombardieri (Uil). Nel pomeriggio si svolgerà a Roma il tradizionale Concertone, che quest’anno tornerà a Piazza San Giovanni e verrà trasmesso in diretta da Rai 3.

Il referendum

La sicurezza sul lavoro è anche al centro del referendum promosso dalla Cgil. Il quarto quesito sul quale gli italiani sono chiamati a esprimersi il prossimo 8-9 giugno affronta infatti la giungla di appalti e subappalti, dove la vita e la sicurezza dei lavoratori sono drammaticamente a rischio. Attualmente in caso di incidenti sul lavoro dovuti a carenze di sicurezza negli appalti, la responsabilità del committente è limitata solo ai rischi "generici" e non a quelli "specifici" dell’appaltatore.

Il quesito referendario mira a rendere sempre responsabile il committente, permettendo ai lavoratori e alle loro famiglie di ottenere un risarcimento diretto. Un sì a questo quesito porterà una modifica importante, perché evita che i lavoratori e le loro famiglie restino senza risarcimento in caso di gravi incidenti; impone ai grandi committenti di vigilare sulla sicurezza nei cantieri e negli appalti, e semplifica le cause legali per ottenere il giusto risarcimento.

Studi e ricerche: gli ultimi dati

Come si vede, quest’anno la Giornata mondiale per la salute e sicurezza è un crocevia di appuntamenti, alcuni dei quali molto importanti e di prossima scadenza. Resta un dato inoppugnabile: i lavoratori sono preoccupati per la propria sicurezza. Come ricostruisce il Corriere, da molti sondaggi internazionali emerge un’inquietudine diffusa.

Secondo un approfondimento Gallup, quasi un dipendente su 5 (18%) a livello globale ha dichiarato di aver subito personalmente gravi infortuni sul lavoro negli ultimi due anni. A peggiorare il quadro, emerge che il 62% della forza lavoro non ha mai ricevuto alcuna formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro.

Un dato confermato anche da un sondaggio condotto da Yahoo Finance, che ha coinvolto migliaia di lavoratori tra Stati Uniti e Regno Unito: circa quattro lavoratori su dieci ritengono che la sicurezza non sia considerata una priorità assoluta dai loro datori di lavoro.

Infine, un’indagine europea di New Civil Engineer, focalizzata sul settore dell’edilizia, rivela che solo il 37% degli operatori si sente completamente al sicuro nei cantieri. Lo studio ha coinvolto oltre 3 mila lavoratori in 14 Paesi europei, tra cui l’Italia.

Quanto ai decessi, le Nazioni Unite stimano oltre 2,78 milioni di morti ogni anno a causa di infortuni o malattie legate al lavoro — un decesso ogni 15 secondi. Per quanto riguarda l’Italia, i dati Inail riferiti al 2024 parlano di 1.077 incidenti mortali sul lavoro.

Stress sul lavoro: 10 mila vittime all'anno

L'epidemia di stress sul lavoro in Europa uccide circa 10 mila persone all'anno. Così afferma una ricerca dell’Istituto sindacale europeo (Etui) presentata oggi (lunedì 28 aprile). Per questo motivo la Confederazione europea dei sindacati (Ces) invita nuovamente la Commissione europea a presentare con urgenza una direttiva sui rischi psicosociali nell’ambito del pacchetto “Lavoro di qualità”.

“La digitalizzazione, la robotica basata sull'intelligenza artificiale, il lavoro su piattaforma, la transizione verde stanno rimodellando il nostro modo di lavorare e vivere”, commenta la segretaria generale Ces Esther Lynch: “Ma se da un lato queste trasformazioni offrono nuove opportunità, dall'altro portano con sé anche nuovi pericoli. Tra questi, i crescenti rischi psicosociali a cui sono esposti i lavoratori: stress, burnout, ansia, molestie, isolamento ed esaurimento emotivo”.

Venendo ai dati, lo studio rivela che ogni anno si registrano 6.190 decessi per coronaropatia (malattia del cuore) attribuibili ai rischi psicosociali sul lavoro nella Ue a 27 e nel Regno Unito. Altre 4.843 persone perdono la vita per suicidio causato da depressione correlata al lavoro. Ciò significa che i rischi psicosociali rappresentano un pericolo maggiore per i lavoratori rispetto agli incidenti fisici, che hanno causato la morte di 3.286 persone nella Ue nel 2022.

Le lavoratrici sono colpite in modo sproporzionato dai rischi psicosociali, come lunghi orari di lavoro, precarietà lavorativa e mobbing. Esiste anche uno squilibrio geografico, con i decessi legati allo stress sul lavoro più frequenti nell'Europa centrale, orientale e sudorientale.

Sicurezza sul lavoro e intelligenza artificiale

Le nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale (AI), potranno offrire un importante contributo alla sicurezza? È questo il tema scelto dall’Ilo per il 28 aprile 2025. Il titolo della campagna 2025 è: “Rivoluzionare la salute e la sicurezza sul lavoro: l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro”. L’iniziativa mira a far luce sull’impatto delle tecnologie emergenti nella trasformazione della sicurezza, passando per l’automazione, l’utilizzo di strumenti intelligenti per la prevenzione, i sistemi di monitoraggio, la realtà virtuale ed estesa e la gestione algoritmica del lavoro.

L’Ilo ha pubblicato un rapporto e altri materiali per analizzare gli effetti dell’AI su salute e sicurezza, evidenziando le risposte dei governi, delle organizzazioni datoriali e sindacali. Il nuovo rapporto dell’Ilo esplora le opportunità offerte dalla digitalizzazione e i relativi rischi. L’AI, la robotica e l’automazione, afferma l’Ilo, stanno contribuendo a migliorare benessere e sicurezza, ma è necessario adottare politiche proattive per governare i cambiamenti.

“La digitalizzazione offre immense opportunità, ma per trarne pieno vantaggio bisogna evitare nuovi rischi”, afferma Manal Azzi, responsabile Ilo per la salute e sicurezza: “I robot possono rimpiazzare l’uomo in lavori sporchi, pericolosi e degradanti, e l’automazione può alleggerire le attività ripetitive. Ma è necessaria una gestione attenta”.

Il rapporto Ilo evidenzia che, nonostante i vantaggi, l’impiego di robot, AI, realtà aumentata e dispositivi intelligenti può generare nuovi rischi: guasti, comportamenti imprevedibili, minacce informatiche, problemi ergonomici legati all’uso di esoscheletri o dispositivi indossabili. Un eccessivo affidamento all’automazione può ridurre la supervisione umana, aumentando il rischio di incidenti. Inoltre, i carichi di lavoro algoritmici e la connessione continua possono causare stress, burnout e problemi di salute mentale.

Il rapporto sottolinea quindi la necessità di colmare le lacune normative a livello globale, regionale e nazionale. Le convenzioni Ilo 155 e 187 costituiscono le basi per garantire il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e sano nell’era digitale. Per l’Ilo è essenziale il coinvolgimento attivo dei lavoratori in tutte le fasi dell’introduzione delle tecnologie, perché formazione e consapevolezza sono strumenti chiave per un uso sicuro.

“A livello tecnologico”, conclude Manal Azzi, occorre “plasmare l’intelligenza artificiale affinché sia al servizio della giustizia sociale, garantendo che diventi uno strumento di progresso e bene comune”.