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Nel mondo ogni 15 secondi una persona muore sul lavoro a causa di un infortunio o di una malattia professionale. Sempre ogni 15 secondi, 153 lavoratori hanno un infortunio. Si stima che ogni giorno 6.300 persone muoiono a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali, causando più di 2,3 milioni di morti all'anno . Sono i numeri dell'Organizzazione internazionale del lavoro ( Ilo ), pubblicati lo scorso aprile e che ricordiamo nella Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, l'iniziativa annuale organizzata da Eu-Osha, l'Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro lavorolavoro.
In Italia L'Inail ha contato 680 morti sul lavoro nei primi otto mesi del 2024. Il settore dei trasporti e della logistica è quello più colpito, secondo solamente a quello dell'edilizia: “ Non possiamo rimanere in silenzio”, scrive dalla Filt Cgil per la campagna del sindacato “Sul lavoro vai sicur*” . Una campagna che si sviluppa giorno per giorno in questa settimana europea e che, anche attraverso una serie di carte divulgate attraverso i social media, tocca temi come l'urgenza di mettere mani a questa strage continua, la fatica fisica come principale problema di salute e sicurezza per i lavoratori del settore, quindi gli orari ei ritmi di lavoro troppo intensi, l'ansia e lo stress da lavoro quali disturbi più diffusi, le aggressioni verbali e fisiche per il personale in prima linea e le disuguaglianze di genere che pesano sul benessere e la sicurezza.
Cecilia Casula, segretaria nazionale della Filt Cgil , fa sapere che il sindacato sta “continuando a cercare di creare più occasioni possibili per porre all'attenzione il tema della salute e della sicurezza sul lavoro in maniera trasversale”: “Attraverso la nostra campagna stiamo quindi cercando anche un livello comunicativo che possa contribuire a dare indicazioni di priorità ai lavoratori, ma anche alle istituzioni e alle parti datoriali”.
Il sistema di appalti e subappalti ha una grande responsabilità sulla sicurezza dei lavoratori : “È in questa catena e nei siti complessi, dove lavoratori e lavoratrici di settori diversi interagiscono, che si verificano gli incidenti più gravi – ricorda la segretaria nazionale della Filt –, come abbiamo evidenziato anche a Torino nell'appuntamento “Brandizzo un anno dopo” (il tempo trascorso dalla morte di cinque manutentori nella stazione del Torinese, ndr), dal quale è emersa una fotografia di quello che purtroppo continua ad accadere: continuiamo a struggerci ea fare minuti di silenzio, ma quanto accade di continuo non è assolutamente accettabile”.
“I numeri degli infortuni e delle morti sul lavoro sono intollerabili – prosegue Casula –. Quest'anno come negli anni precedenti continuiamo a chiedere strumenti formativi, azioni concrete, protocolli, una legislazione stringente , continuiamo a chiedere, tra le altre cose, un'attenzione costante e la risposta non è però sistematica rispetto agli infortuni e ai morti sul lavoro , morti che continuiamo a chiamare bianche, ma che di bianco non hanno assolutamente nulla. Tutto il sistema continua sicuramente ad essere deficitario . Anche gli ultimi interventi in materia, come già la Filt ha potuto dire – concludono -, potenzialmente potrebbero andare in una giusta direzione, sono assolutamente insufficienti. Basti pensare, solo per fare un esempio, alla norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende impegnate nell'appalto e nel subappalto in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore, oggetto per altro di proposta di abrogazione dei referendum Cgil”.