Al G7 hanno lavorato più del doppio delle ore ordinarie e nemmeno si è pensato per tempo a garantire condizione di alloggio dignitose. Si fanno interventi securitari, si colpisce fragili e disagiati scambiandoli per criminali, mentre per scoprire e colpire le mafie nulla. I caporali continuano a garantire manodopera da sfruttare e oltre alle lacrime e al cordoglio dopo i morti da lavoro, nulla per potenziare i controlli sul territorio. Pietro Colapietro, segretario generale del Silp, afferma che il tempo delle promesse è scaduto.

Pietro Colapietro segretario Silp Cgil 

L'ultima volta che ci siamo sentiti era fine febbraio, dopo le manganellate ai ragazzi di Pisa, c'erano state promesse della presidente del Consiglio e del ministro dell'Interno Piantedosi di investire sui corpi di polizia, sulla sicurezza, dal personale alla strumentazione. Cosa è successo da allora ad oggi?
Ulteriore disattenzione, basti pensare a quello che è accaduto al G7 di Brindisi, risorse solo per quel che riguardava gli aspetti di facciata, per accogliere i potenti del mondo, nei confronti delle forze dell'ordine nulla se non disattenzione, eppure eravamo lì a garantire la loro sicurezza.

Moltissimi operatori della sicurezza dalla Polizia di Stato alla Guardia di Finanza hanno denunciato condizioni di vita terribile e di lavoro non accettabili.
Basti pensare che solo la mattina del lunedì della settimana del G7 è stato approvato un incremento di spesa per portare il pagamento delle ore straordinarie da 4 a 6 al giorno. Fino a quel momento nessuno aveva pensato che il singolo lavoratore di polizia lavora ordinariamente sei ore al giorno, in Puglia le ore ordinarie di lavoro, in molti casi, sono servite a coprire quasi esclusivamente i tempi di percorrenza dall’alloggio (visto come ci hanno accolti) al posto di operatività, soprattutto dopo lo scandalo della nave siamo stati alloggiati assai lontano da Brindisi. Quindi c’è stato molto più del raddoppio dell’orario di lavoro e le ore eccedenti alle 6 ore di straordinario autorizzato ci verranno pagare fra 22 mesi se va bene. Questo vuol dire attenzione nei confronti di chi ha garantito sicurezza e ha evitato che eventi incresciosi in regime di ordine pubblico? Mi sembra che siamo veramente a un paradosso, tante promesse prima delle elezioni e poi nulla.

Ma le promesse di assunzioni dove sono finite?
Non si provvede nemmeno a fare le assunzioni per sostituire chi va in pensione figurarsi se si è in grado di fare assunzioni straordinarie. Non è un mio puntiglio dire cose diverse da quelle che dicono a livello dell’Esecutivo, non possono fare le assunzioni perché non stanziano soldi, perché non ci sono scuole e istituti per la formazione. Lo dicono i fatti, ogni mese non siamo in grado di sostituire chi va quiescenza, i numeri del turnover sono più bassi della copertura dei pensionamenti, altro che assunzione straordinaria. Eppure noi abbiamo settori in cui si fatica, anche per scelte politiche di governo, a svolgere le attività di prevenzione e di investigazione ed è diffusa l’idea che si possa violare la legge tanto la si fa franca perché mancano controlli, si mandano uomini e donne alle frontiere vista la sospensione degli accordi di Schengen e mancano risorse sul territorio. Questo porta a un aumento del carico di lavoro per ogni singolo agente e spesso comporta situazioni di stress e affaticamento che compromettono la sicurezza sul territorio.

Eppure, sono le relazioni della Dia a dimostrarlo, o la ricerca fatta dell'Università di Milano insieme alla Cgil della Lombardia, c'è una infiltrazione della criminalità organizzata sempre più profonda nell'economia del Paese.
Sì, rispetto alle mafie stiamo perdendo terreno. Lo ha affermato il procuratore di Napoli Gratteri, oggi esistono super mafie in grado di acquistare tonnellate di droga, di cocaina dal salotto di casa e noi non abbiamo né risorse umane né strumenti per operare una effettiva e forte attività di contrasto. Quindi noi arretriamo e loro hanno la possibilità di enormi investimenti da proventi  illeciti con i quali inquinano l’economia. Siamo fortemente in ritardo, occorre una svolta che, purtroppo, non intravedo.

Due giorni fa in provincia di Latina la morte di un lavoratore agricolo ha per l'ennesima volta messo sotto i riflettori quella che è una vera e propria piaga nel nostro Paese e non solo in agricoltura, penso al settore dell'edilizia o a quanto avviene dove ci sono i cantieri navali, o nella logistica. Il fenomeno del caporalato, nonostante alcuni anni fa siano state approvate delle leggi importanti, invece di arretrare aumenta. Come si fa a contrastarlo?
Per la prevenzione e per stroncare questo fenomeno servono risorse, serve la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Abbiamo molte città in cui il servizio di volanti, il servizio che per antonomasia controlla il territorio, è garantito da una sola macchina, gli stessi colleghi laddove avessero bisogno di supporto e di aiuto avrebbero difficoltà a trovare un'altra macchina che vada a sostenerli. Figuriamoci trovare personale per andare nei campi per capire cosa sta succedendo, per essere di aiuto e supporto a chi è sfruttato e prevenire fenomeni come quello di Latina. Tutto questo si sa, è cosa nota, ma non si fa nulla per cambiare la situazione, in territori come quelli di Latina, proprio per la carenza di personale e di mezzi, fare attività di prevenzione, di contrasto è maledettamente complicato.

Da quando questo governo si è insediato c'è una retorica securitaria fortissima, dal Decreto contro i rave al Decreto Cutro per finire al Decreto Caivano che vorrebbe mettere in carcere i genitori dei ragazzi che abbandonano la scuola. Nonostante la furiosa retorica contro i migranti l'unico strumento che viene utilizzato per frenare l'invasione è la sospensione di Schengen e il controllo alle frontiere e poi però nelle questure non si riesce a fare i permessi di soggiorno. Come stanno insieme tutte queste cose?
Sono tutti provvedimenti che puntano a rasserenare l’opinione pubblica, guardano alla pancia della gente, hanno un vero e proprio effetto placebo, non servono a nulla per il vero contrasto alla criminalità. Mancano le risposte vere e si mettono in discussione le intercettazioni telefoniche, formalmente perché assai costose senza considerare i benefici che portano. Noi, invece, sappiamo bene che attraverso le intercettazioni ci sono molti benefici anche dal punto di vista del tornaconto economico perché anche attraverso le intercettazioni si arriva alla confisca di beni ingenti. Il governo mette in discussione alcuni istituti indispensabili per il contrasto alla criminalità e si colpisce il disagio come se quello fosse il problema: punire il disagio. È ovvio che questo porta la società verso un modello securitario non obiettivo, ma che non contrasta il vero problema, la criminalità che ogni giorno con sempre maggiori risorse inquina l'economia sana del Paese. È veramente inaccettabile.

Il punto è sempre quello della carenza di risorse e di personale e a pagare il costo di tutto questo sono i lavoratori e le lavoratrici. Penso ad esempio agli operatori della sanità che a causa dell'inefficienza della sanità pubblica spesso sono vittime di aggressioni da parte degli utenti. La risposta del governo è stata quella di aprire posti di polizia nei pronto soccorso. Risposta corretta?
L’aggressione agli operatori e operatrici sanitari è inaccettabile. Condivido, ovviamente, che occorra garantire a ogni lavoratore e lavoratrice di operare in sicurezza, ma l'idea di mettere un poliziotto lì per garantire sicurezza vuol dire che noi mettiamo due lavoratori in uno stato di insicurezza. Il poliziotto singolo che fa servizio da solo all'interno di un pronto soccorso non serve rispetto all'obiettivo di dare sicurezza. Se poi si tiene presente che questo operatore si toglie sempre da quei servizi fondamentali, la prevenzione e le attività di investigazione, è un ulteriore motivo per farmi dire che non è così che si garantisce sicurezza, né negli ospedali né sul territorio.

Ma in sostanza stai dicendo che dopo 20 mesi di governo di destra rispetto alla sicurezza si è fatta solo propaganda? Cosa serve allora? Cosa chiedete?
Innanzitutto assunzioni, sia per garantire l’effettivo turnover che quelle straordinarie. Poi le risorse per rinnovare il contratto già scaduto, quelle allocate non sono sufficienti nemmeno per recuperare il gap inflattivo. E poi servono strumenti, voglio dire tecnologie per contrastare tutto quello che avviene a livello di per esempio di dark web, e personale specializzato in tecnologia. Servono interventi legislativi che ci consentano di utilizzare le tecnologie, le intercettazioni vanno potenziate e non eliminate. Le norme che hanno approvato non servono al contrasto della criminalità, anzi, puntano alla criminalizzazione del disagio che invece avrebbe bisogno di interventi sociali.

Le richieste sono chiare, cosa farete se il governo continuerà a non rispondere?
Come ben si sa non abbiamo il diritto di scioperare, ma sicuramente porremo in atto ogni iniziativa utile a dire a questo esecutivo che nei confronti di chi si occupa della sicurezza dei cittadini e delle cittadine, della sicurezza del Paese occorre altro. Il tempo delle promesse è finito.