Siae Microelettronica di Cologno Monzese, azienda strategica per il settore delle telecomunicazioni con 580 dipendenti, versa da tempo in una drammatica situazione finanziaria che provoca pesanti ripercussioni sulle lavoratrici e i lavoratori: stipendi erogati in ritardo, mancati versamenti al fondo pensionistico, mancata erogazione del welfare contrattuale, prolungata riduzione del reddito per ricorso agli ammortizzatori sociali”. A lanciare l’allarme con un comunicato è la Fiom Cgil di Milano.

L’azienda attualmente sta facendo ricorso alla composizione negoziata della crisi d’impresa mentre a metà ottobre scadrà l'ultimo periodo del contratto di solidarietà “sottoscritto – si legge nella nota – a seguito dell’annuncio di esuberi derivante dalla deleteria e scellerata intenzione della proprietà di delocalizzare la produzione in Cina”.

Sm Optics sempre di Cologno Monzese e operante nel settore delle Tlc, è controllata all'85% da Siae Microelettronica e, “in attesa di una cessione che pare non concretizzarsi mai a una società francese”, ha annunciato 60 esuberi.

“Entrambe le società – denuncia la Fiom milanese – hanno ricevuto e riceveranno una importante quantità di finanziamenti pubblici, anche attraverso progetti legati al Pnr – sottolinea il sindacato – ma la proprietà, miope per quanto riguarda la visione industriale e strabica dal punto di vista della responsabilità sociale, mentre cercava il modo di attrarre finanziamenti pubblici nazionali ed europei, coltivava e rafforzava la partnership con una Società cinese”

“È noto l'interesse di Invitalia a intervenire nella vicenda Siae per salvaguardare la continuità di impresa e l'occupazione: chiediamo garanzie – incalza il sindacato – sul fatto che questi obiettivi vengano perseguiti entrambi con la stessa determinazione e coinvolgendo le lavoratrici, i lavoratori e i loro rappresentanti”.

“Ci appelliamo alle Istituzioni – i Ministeri e gli Assessorati regionali competenti –affinché intervengano urgentemente e incontrino i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori per mettere in campo concrete iniziative per scongiurare gli esuberi, salvaguardare un settore strategico e la sua filiera e non disperdere il grande patrimonio di competenze professionali, garantire il valore sociale dei finanziamenti pubblici e contro l’ ennesima delocalizzazione e deindustrializzazione”.