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Le parole d'ordine sono tre e sono molto chiare: contratti, lavoro e welfare. Gli ingredienti fondamentali per dare "futuro" al "pubblico" secondo i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl e Uil Pa, che oggi, giovedì 21 febbraio, si preparano a vivere una giornata di mobilitazione nazionale in due tappe. La mattina, dalle ore 10.30, appuntamento a Roma presso la Camera di Commercio in piazza di Pietra nella Sala del Tempio di Adriano per l'attivo unitario nazionale dei tre sindacati. Nel pomeriggio, invece, sempre a Roma, si terrà dalle ore 14.30 un presidio, anche questo unitario, nei pressi dell'Aran in largo dei Lombardi. Aran che - sottolineano i sindacati - a un anno dalla sottoscrizione dei contratti per la sanità pubblica, le funzioni centrali e le funzioni locali, non ha ancora provveduto all'avvio delle commissioni paritetiche per la definizione del nuovo sistema di classificazione del personale.
"Un ritardo non più accettabile - affermano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa - considerato che il lavoro delle commissioni paritetiche costituisce un tassello fondamentale per la revisione del sistema di classificazione, necessaria per rispondere alle esigenze e al disagio delle lavoratrici e dei lavoratori che da troppi anni attendono una revisione dei profili professionali che consenta l'adeguamento degli stessi ai nuovi processi del lavoro. Occorrono tempi certi per la definizione del nuovo ordinamento professionale, che tenga conto di una nuova e più moderna classificazione professionale".
Oltre a questo, ci sono le "forti preoccupazioni" dei sindacati rispetto al disegno di riforma delle pubbliche amministrazioni, recentemente presentato dal governo. Preoccupazioni che si concentrano in particolare sul tema delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche, relativamente alle ricadute che rischiano di avere i provvedimenti contenuti nella legge di bilancio, nel ddl concretezza e ddl semplificazioni.
La scorsa settimana, la Fp Cgil è stata ascoltata insieme agli altri sindacati in audizione presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera proprio sul ddl concretezza. “Un provvedimento che, ancora una volta - spiega il sindacato -, individua nelle misure di contrasto all’assenteismo una delle azioni principali di miglioramento dell’efficienza dei servizi erogati, evocando di nuovo l’immagine del lavoratore pubblico come uno degli elementi di maggiore criticità nelle pubbliche amministrazioni. In questo senso vanno considerati gli strumenti individuati, come i sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza, una risposta retorica e populista per nascondere una vera difficoltà di capacità politica e di investimenti per cambiare davvero le pubbliche amministrazioni“.
Ma su quello che il sindacato considera il vero problema, ovvero la necessità di un piano straordinario di assunzioni, il disegno di legge non interviene. "Le norme del concretezza non affrontano la situazione di grave carenza di organico immediata e di prospettiva che caratterizza il settore pubblico, anche in vista dell’impatto di quota 100 e dell’età media molto alta - spiega la Fp - Inoltre, sulla questione graduatorie, andrebbe reintrodotto un margine di flessibilità nell’utilizzo delle graduatorie che verranno approvate dall’anno in corso, limitando per esempio il numero degli eventuali idonei al 20 per cento dei posti messi a concorso”.
Infine, conclude la Fp Cgil, “per le pubbliche amministrazioni servono investimenti per un piano di assunzioni straordinario che vada oltre il turn over, risorse adeguate per i salari, per la riqualificazione del personale, per la formazione, per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, per la stabilizzazione dei precari, per il finanziamento del nuovo ordinamento e sistema di classificazione del personale. Per dare il giusto valore al lavoro pubblico non serve un’altra legge contro le lavoratrici e i lavoratori pubblici“.