“L’Egemonia digitale – Contrattare il futuro del settore bancario”, questo il titolo del convegno organizzato a Roma dalla Fisac Cgil per affrontare le trasformazioni tecnologiche nel settore e il ruolo regolatore della contrattazione. Nell’audio la segretaria generale del sindacato, Susy Esposito, espone le esigenze che hanno mosso all’iniziativa e le richieste avanzate a banche e istituzioni. 

Prima fra tutte le richieste quella di una cabina di regia che sia lo strumento affinché “parti, datoriali e sindacali individuino un nuovo equilibrio che metta le persone al centro del cambiamento” – ha affermato Esposito –  “il sistema del credito ha davanti a se una nuova sfida, quella dettata dalla trasformazione digitale, che va colta e gestita con lungimiranza”, “perché la tecnologia non è neutrale e insieme bisogna governare rischi e opportunità per il lavoro”.

Al sistema bancario Esposito ha poi chiesto di “giocare un ruolo a servizio del Paese, in linea con il dettato costituzionale”. Due gli esempi forniti dalla segretaria generale della Fisac Cgil: il tema degli extraprofitti e l’occupazione nel settore, per affrontare il quale “non c’è bisogno di una tassa ‘extra’, ma di una riforma della tassazione, strutturale, anche su tutti i profitti in tutti i settori dell’economia. Una riforma all’insegna della progressività, prevedendo, ad esempio, un’ulteriore aliquota oltre un certo cap, finalizzando le maggiori entrate alla spesa sociale, come la sanità o l’istruzione”.

“Sarebbe bello – ha aggiunto – se questa spinta venisse dalle banche. Se anziché provare a trattare con il governo per risparmiare, magari chiudendola con qualche prestito anticipato, dimostrassero adesione alla carta costituzionale promuovendo una riforma della tassazione che sia effettivamente progressiva”.

Sull’occupazione Esposito ha chiesto un maggiore impegno delle banche: “Il settore del credito deve dare un contributo significativo alla creazione di nuova e buona occupazione nel nostro Paese, anziché concentrarsi solo sull’efficienza, sulla riduzione dei costi a partire da quelli del personale. Sarebbe una bella mossa, anzi due: allora sì che potremmo dire il sistema bancario è al servizio del Paese e certo il livello reputazionale delle banche del nostro Paese aumenterebbe”.