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Una sentenza innovativa, che può segnare una svolta: una multinazionale del food delivery, Glovo, sarà tenuta a spiegare il sistema di assegnazione delle consegne ai rider. Lo dispone pronunciamento del Tribunale di Palermo, formalizzato il 20 giugno.
Anche Uber Eats, nello scorso aprile, era stata condannata sempre a Palermo a comunicare ai sindacati “le informazioni sull’utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati”. In altre parole, siamo sulla strada giusta: attraverso un meccanismo di maggiore trasparenza le piattaforme non potranno effettuare discriminazioni nell'assegnazione di turni e ordini ai singoli fattorini.
Il Tribunale: non c'è segreto industriale
A conclusione di un processo per condotta antisindacale promosso da Filcams, Nidil e Filt Cgil il Tribunale di Palermo "sancisce un nuovo importante diritto nel percorso da tempo intrapreso per il pieno riconoscimento del valore del lavoro dei rider". È quanto si legge in una nota dei sindacati.
Glovo viene quindi costretta a svelare la logica e i meccanismi di selezione con i quali opera Jarvis, l’algoritmo che distribuisce le consegne nella rete dei rider della piattaforma. Il Tribunale ha adottato la decisione che impone di rendere comprensibile l’algoritmo spiegandone il funzionamento, negando che il segreto industriale paralizzi il diritto alle turnazioni dei sistemi gestionali automatizzati.
Sindacati: una vittoria fondamentale
Grazie alle organizzazioni dei lavoratori, dunque, i rider hanno oggi diritto a conoscere i criteri che determino il conferimento degli ordini, la disconnessione e la perdita delle possibilità di lavoro. "È una vittoria fondamentale - spiegano le sigle - che segna un importante traguardo in quanto solo la piena conoscenza dei sistemi automatizzati e delle piattaforme informatiche consente di comprendere a pieno e contrastare la logica di precarizzazione del lavoro che comprime i diritti dei rider relegandoli in una sorta di cottimo digitale".
Il sindacato da sempre "afferma che solo una vera contrattazione dell’algoritmo, delle nuove tecnologie applicate al lavoro consenta forme di occupazione stabili, trasparenti e dignitose". Si tratta di una "vittoria di civiltà giuridica", che premia gli sforzi per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori del nuovo capitalismo digitale, concludono con soddisfazione Nidil, Filcams e Filt Cgil.