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Sono un operaio di 43 anni in forza in una cartiera da 21 anni, nonché titolare della tessera Cgil. Vorrei segnalare un grave problema che riguarda potenzialmente molti lavoratori: la mascherina e l'imminente sopraggiungere della stagione calda. Io lavoro, assieme ad altri tre-quattro, in un capannone di circa 5.000 cubi, a distanze per lo più di una decina di metri.
Ho già ricevuto tre contestazioni disciplinari perché mi rifiuto d'indossare sempre la mascherina e di lasciarla a penzoloni sul mento, e per questo sono stato collocato temporaneamente in ferie. Il reparto ha l'impianto di climatizzazione guasto da un decennio (l'azienda, seppur in utile da molti anni, vuole risparmiare) e quattro vaporizzatori per mantenere costantemente un tasso d'umidità elevato.
È tassativamente vietato, se non si vuole incorrere in sanzioni disciplinari, aprire anche solo temporaneamente porte/finestre/portoni, per non far fuoriuscire l'umidità. Questa mi sembra una palese inadempienza al Dlgs.81/08, allegato IV, sezione microclima. Con la mascherina non riesco a respirare e spesso mi sembra di svenire perché mi manca l'ossigeno.
Molti colleghi sono costretti a ricorrere all'indennità di malattia, altri (specialmente giovani e interinali) hanno forti timori reverenziali e resistono... Presto sarà estate, presto le temperature supereranno i 30 gradi. I nuovi protocolli siglati non tengono conto del problema e talvolta sono in contrasto con altri decreti e le raccomandazioni dell'Isituto superiore di sanità.