Otto ore di sciopero nazionale. I metalmeccanici scendono oggi (venerdì 28 marzo) in piazza in tutta Italia, con manifestazioni provinciali e regionali organizzate da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, per sollecitare la ripresa della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Mercoledì 26 marzo, intanto, i lavoratori hanno manifestato a Firenze e in Sardegna.

Il contratto, scaduto a fine giugno 2024, riguarda circa un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori. La trattativa (iniziata il 30 maggio 2024) si è interrotta dopo otto incontri ormai quattro mesi fa, precisamente il 12 novembre, quando la controparte ha presentato una “contro-piattaforma” invece di negoziare su quella messa a punto dai sindacati.

Fiom, Fim e Uilm hanno ritenuto grave la volontà di Federmeccanica e Assistal di voler “cambiare le regole del modello contrattuale che, nella sostanza, significa nessun aumento certo per i prossimi anni, ma tutto legato all'andamento dell'inflazione, disconoscendo quanto già pattuito nel ccnl 2021”.

Un comportamento “irresponsabile” da parte delle associazioni datoriali, che con la loro “intransigenza e arroganza continuano a impedire l’avvio della trattativa per il rinnovo, che mai come in questa fase può rappresentare l’antidoto alla crisi e alla riduzione dei volumi produttivi del Paese”.

La mobilitazione vede cortei e manifestazioni in tutta Italia. Il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma è a Reggio Emilia, con comizio conclusivo nel centro delle ex Reggiane. Il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano è a Torino, con comizio conclusivo in via Manfredo Fanti (presso l’Unione industriali territoriale). Il segretario generale Uilm Uil Rocco Palombella è a Napoli, con comizio conclusivo in piazza dei Martiri (presso l'Unione industriali territoriale).

Landini: “Pieno sostegno a sciopero”

“Pieno sostegno allo sciopero”, afferma il segretario generale Cgil Maurizio Landini: “Una mobilitazione indetta per rinnovare il contratto collettivo nazionale e rilanciare l’occupazione e l’industria dopo la decisione inaccettabile di Federmeccanica e Assistal di non riaprire la trattativa con i sindacati”.

Per il leader sindacale “lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici sarà fondamentale per la riapertura della trattativa e ottenere un aumento salariale, capace di recuperare il potere d’acquisto, ottenere una riduzione degli orari, maggiore sicurezza sul lavoro, anche negli appalti, e contrastare la precarietà”.

De Palma: “Da imprese atteggiamento inaccettabile”

“Federmeccanica, Assistal, e ora si è aggiunta anche Unionmeccanica, hanno deciso di mettere in stallo la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale collettivo delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici”, spiega il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma: “Hanno congelato il tavolo negoziale intorno al quale avevamo cominciato a confrontarci. Devono sapere che hanno fatto una scelta di cui si assumono le dirette conseguenze”.

Per De Palma, un conto “è litigare e contrattare, ma nella legittimità del riconoscimento negoziale di un tavolo di trattativa; un conto è togliere di mezzo il tavolo, perché in questo modo non si riconosce alla propria controparte la dignità di soggetto negoziale. Per noi è inaccettabile aver scelto una strada di questo tipo”.

Il leader sindacale ricorda che “mentre facevamo le assemblee in cui spiegavamo la piattaforma, ci hanno detto che dovevamo cambiarla. Noi quindi, secondo loro, dovevamo sospendere le assemblee, andare dai lavoratori e dirgli: ci siamo sbagliati. Ho letto un'intervista del presidente di Federmeccanica Visentini dove si dice disponibile da subito a firmare: ma non vuole firmare un contratto negoziato, vuole firmare la piattaforma che lui stesso si è costruito”.

Il sistema delle imprese “ci ha presentato una contro-piattaforma che diceva che dovevamo tornare indietro, perché il contratto che avevano firmato prima non andava più bene. Lo scontro oggi non è sulle quantità economiche o sulle nostre singole richieste, ma è sul sistema contrattuale: vogliono riportare le lancette dell'orologio a quando il salario veniva deciso con un gratta e vinci ogni giugno. Ed è per questo che noi abbiamo invece presentato una piattaforma con caratteristiche che danno continuità al nostro contratto nazionale”.

Il punto vero dello scontro, ribadisce il segretario Fiom, è che “non sanno come rispondere alle richieste oggettive che abbiamo fatto in piattaforma. Se noi accettassimo sul salario un rinnovo contrattuale come ce lo propongono, da ora in poi gli aumenti in paga base sarebbero determinati solo ed esclusivamente dall'adeguamento a giugno dell'andamento dell’Ipca-Nei. Ma l'unico momento in cui aumenta l'inflazione è quando l'economia va male. Quindi dovremmo sperare che l'economia vada male per aumentare i salari, e questo è un ragionamento sbagliato”.

De Palma rimarca anche che “il contratto nazionale è un elemento nei luoghi di lavoro di giustizia e uguaglianza. I rapporti biennali sulla parità di genere ci dicono che negli stabilimenti italiani il delta salariale tra le lavoratrici donne e i lavoratori uomini supera il 20 per cento. Ma questo non dipende dal contratto nazionale, che a parità di mansioni dà lo stesso salario, ma perché loro decidono a chi dare di più. È evidente che nella unilateralità della gestione delle risorse c'è il diritto di arbitrio che le imprese vogliono avere nel governare l'azienda”.

Tornando al tema del salario, il leader sindacale sottolinea che le imprese “ci dicono di non avere le risorse per poter pagare gli aumenti contrattuali. Ma i profitti fatti l'anno scorso dalle aziende metalmeccaniche italiane sono stati 30 miliardi. E i dirigenti, per il rinnovo del loro contratto, si sono dati il 13 per cento di aumento, mentre a noi vengono a dire che stiamo chiedendo troppi soldi”.

De Palma così conclude: “Il 28 marzo il silenzio dovrà invadere le fabbriche e gli uffici dentro cui lavoriamo. Mentre fuori con i nostri fischietti dobbiamo rompere questo silenzio assordante e suonare la sveglia a Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica. È ora di contrattare per il bene dell'industria, dei lavoratori e del Paese. Noi eravamo e siamo pronti: è ora di avere il coraggio e di riaprire la trattativa”.

Sindacati Reggio Emilia: “Ridare fiato ai salari”

“Nella provincia di Reggio Emilia le famiglie con almeno un dipendente metalmeccanico sono 40 mila: garantire l’aumento del potere d’acquisto con incrementi salariali superiori all’inflazione significa fare il benessere di tutto il territorio, non solo di quelle famiglie”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di Reggio Emilia, commentando lo sciopero e il corteo che si tiene oggi.

La manifestazione parte da Porta San Pietro, percorrendo poi via Emilia (verso Modena), viale del Partigiano, via Melato e viale dell’Aeronautica, per poi concludersi nel centro delle ex Reggiane, dove a tenere il comizio finale è il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma.

“Negli ultimi anni - spiegano Simone Vecchi, Alessandro Bonfatti e Jacopo Scialla (segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm) - i profitti delle imprese metalmeccaniche sono cresciuti a una velocità cinque volte superiore dell’aumento dei salari, che invece hanno perso potere d’acquisto. Noi chiediamo di ridare fiato ai salari e ridurre le disuguaglianze”.

Con le odierne otto ore di sciopero i metalmeccanici arrivano a 24 ore di fermate complessive, a partire da dicembre 2024: “Era dal 2008 che non si scioperava così tanto per il rinnovo del contratto. Questo a causa della rigidità di Federmeccanica che non vuole andare incontro alle richieste della piattaforma votata dai lavoratori e dalle lavoratrici”.

Vecchi, Bonfatti e Scialla così concludono: “Chiediamo che il contratto nazionale aumenti il potere d’acquisto, riduca la precarietà nei luoghi di lavoro, riduca l’orario a parità di salario e che si garantiscano migliori condizioni di sicurezza. Per questo i lavoratori stanno lottando e non smetteranno fino a quando non si sarà conquistato un accordo dignitoso”.