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Ci risiamo. Dopo il disastro del concorso straordinario per i docenti – che lascerà 200.000 precari in cattedra anche per il prossimo anno – un esito altrettanto fallimentare si prospetta per il concorso per i Dsga, i direttori dei servizi generali e amministrativi. Si tratta di una funzione direttiva fondamentale per la scuola – i “vecchi” segretari – che in questi anni è stata in molti casi coperta da assistenti amministrativa “facente funzione”, che tradotto dal burocratico significa senza qualifica e retribuzione adeguata.
Secondo i calcoli della Flc, al 1° settembre su circa 4.000 scuole oggi prive di titolari Dsga, 3.500 circa delle quali con posti in organico di diritto, ne avremo scoperte ancora migliaia. Come è stato possibile questo (non) risultato?
Si tratta di una situazione che, come spesso capita nel mondo della scuola, ha tratti paradossali. Il concorso, infatti, è stato organizzato su base regionale, quasi una prefigurazione della auspicata e per ora arginata autonomia differenziata.
Per spiegare il cattivo funzionamento di questo modello concorsuale sono sufficienti alcuni dati. A cominciare da una disomogeneità intollerabile per una scuola che sia nazionale: in alcune regioni il punteggio per superare le prove pre-selettive è stato di 90 su 100, in altre di 76 su 100. Anche i risultati danno esiti incredibili: la percentuale degli ammessi alla prova orale varia dal 14 all’85 per cento. Clamoroso il caso Lombardia dove su 451 posti messi a concorso solo 197 sono stati ammessi all’orale: un caso evidente di concorso “a respingere” e non “per assumere”.
Ma non basta: solo in 10 regioni si prevede di chiudere il concorso a luglio, in tre si prevede l’inizio della prova orale ma non la conclusione, in non si prevede né inizio né fine. “La ‘regionalizzazione’ – cara al mantra leghista e alla fascinazione della differenziazione - lascia sul terreno morti e feriti. E dire che la ministra Azzolina ha più volte proclamato che ogni cosa sarebbe andata a suo posto per il primo settembre”, commenta Annamaria Santoro della Flc Cgil.
Il sindacato, spiega Santoro, “chiede all’amministrazione, che deve assumersi le sue responsabilità per questi ritardi e disfunzionalità ‘annunciati’, di porre immediatamente riparo a questa situazione. Se in prospettiva il concorso deve avere esclusivamente base nazionale, perché nazionale e non ‘arlecchinescamente’ regionale è la funzione della scuola italiana, bisogna accelerare le procedure per garantire a chi ha superato la prova orale di poter concludere il percorso e intervenire per porre riparo alle storture evidenti che si sono determinate in alcune regioni a tutela di chi ha subito evidente torto dall’operato delle commissioni”.
Anche in questo caso, come per i docenti, c’è poi la questione del concorso riservato. Sono tantissimi infatti i “semplici” assistenti amministrativi che in questi anni e per tanti anni hanno svolto le funzioni di Dsga. “Bisogna – aggiunge Santoro – fare in modo che costoro possano svolgere un concorso riservato. Si prospetta, infatti il paradosso, anche questo da noi costantemente denunciato, di negare un riservato a chi svolge da anni questo mestiere, costringendolo a fare il concorso ordinario (con tanto di prova a quiz preselettiva, buona per chi ha memoria e freschezza di studi e non esperienza), magari respingerlo e poi doverlo chiamare ancora a svolgere lo stesso mestiere per cui è stato respinto al concorso non a lui riservato. Le migliaia di posti vuoti porteranno ancora a questo risultato”.
In ogni caso, conclude la sindacalista, la Flc, “ferma restando la necessità di tutelare gli ammessi alla prova orale, opererà in ogni sede (giurisdizionale, amministrativa e politica) per tutelare anche chi ha subito danni da questo distorto meccanismo concorsuale. Il ministero ci deve convocare al più presto, mantenendo l’impegno preso al tavolo di confronto sindacale, che finora è rimasto lettera morta”.
Possibilità di intervento ancora ci sono. L’ex ministro Fioramonti ha presentato emendamenti al dl rilancio, condivisi dalla Flc, che prevedono la possibilità di reclutare personale amministrativo con procedure semplificate per titoli, valorizzando chi ha più anni di servizio alle spalle, e con un colloquio finale. Se questi emendamenti verranno accolti, sarà anche prevista una prova concorsuale straordinaria per chi ha almeno tre anni di servizio, che si comporrà di una graduatoria per titoli e di una prova finale, come per tutto il personale Ata.