Servono circa sei miliardi di euro per l’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del settore scuola. È la richiesta che arriva dalla Flc Cgil, dopo l’incontro col governo.

Vedendo il ministro dell’Istruzione Valditara, il sindacato di categoria ha ribadito che la priorità è lo stanziamento di risorse aggiuntive per il Ccnl 2022-24, con l’obiettivo di aprire un confronto negoziale degno di questo nome. Gli attuali stanziamenti coprono solo un terzo del tasso di inflazione per il triennio 2022-2024 mentre l’emergenza salariale, unita ai carichi di lavoro fuori controllo sofferti dal personale della scuola, docente e Ata, esige una risposta immediata.

Il sindacato della conoscenza ha ribadito la richiesta di raddoppiare il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, il finanziamento dei buoni pasto beneficio di cui, caso unico in tutto il panorama del lavoro pubblico, risulta privo solo il personale della scuola. La necessità di ripristinare la validità dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e il rifinanziamento della card docenti di 500 euro da estendere subito anche ai precari.

Precariato e personale Ata

La segretaria generale della Flc, Gianna Fracassi, ha posto all’attenzione del ministro due questioni cruciali che necessitano di essere affrontati con la massima urgenza. La prima riguarda il precariato. La seconda riguarda il personale Ata. “Sul precariato – ha detto – le soluzioni devono essere immediate e radicali, come peraltro chiede la stessa Commissione europea che ha deferito il governo italiano alla Corte di giustizia europea, per uso abusivo di contratti a termine e per una legislazione nazionale che li discrimina non riconoscendo loro un avanzamento stipendiale basato sull’anzianità”.

Assumere subito i docenti vincitori

“Sono circa 250 mila i precari nella scuola – prosegue Fracassi – pari al 25% della dotazione organica complessiva, una situazione inaccettabile con tutto quel che ne consegue per la qualità della relazione didattica e la funzionalità dei servizi. Bisogna assumere subito e senza ulteriori indugi tutti i docenti risultati vincitori o idonei nei concorsi a cattedra del 2020 e del 2023. Perché bandire ulteriori concorsi quando ci sono migliaia di colleghi che hanno già superato prove selettive?”. Rispetto al lavoro Ata, ha sottolineato la dirigente sindacale, “i diversi profili devono trovare adeguato riconoscimento professionale e salariale coerente con i carichi di lavoro e con il tipo di professionalità, che sono proprie dello specifico scolastico. È necessario altresì un piano di assunzioni straordinario che vada oltre il turn-over”.

Il governo non risponde

Per questo, aggiunge la sindacalista, “abbiamo chiesto che nella prossima legge di bilancio ci sia un finanziamento straordinario per superare le tante emergenze che attanagliano la scuola e i suoi lavoratori: basse retribuzioni, precarietà, carenza di organici, mancata proroga contratti Ata, Agenda Sud e Pnrr, segreterie al collasso per imposizione di obblighi impropri come l’utilizzo di Passweb. Questo significa mettere realmente la scuola al centro dell’agenda politica”.

L’esecutivo però non risponde. “Nessun impegno concreto è trapelato dalla voce del ministro. La buona volontà non basta. Proponiamo anche alle altre organizzazioni sindacali di valutare l’indizione dello stato di agitazione della categoria”, conclude Fracassi.