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“Assistiamo a continue e roboanti dichiarazioni del Governo circa aumenti stratosferici per il personale della scuola, dell’università, della ricerca e dell’Afam, tali da allineare gli stipendi a quelli europei. Niente di più lontano dalla verità”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil.
“Il contratto istruzione e ricerca è scaduto da due anni e le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse di gran lunga al di sotto rispetto all’inflazione maturata nel triennio di riferimento. Infatti - continua la leader sindacale -, a fronte di un’inflazione reale di circa il 18%, i finanziamenti previsti comportano aumenti pari al solo 5,78%, con un differenziale di oltre il 10% rispetto a quanto necessario a garantire la piena tutela delle retribuzioni del personale e a mantenere lo stesso potere d’acquisto. E ciò avviene con un’inaccettabile disparità di trattamento economico con gli altri settori della pubblica amministrazione, pari a circa il 18% in meno”.
“Anche gli ultimi dati Ocse – Education at glance 2024 confermano che le retribuzioni italiane sono le più basse della media UE in tutti i gradi di scuola”, sottolinea. “Come Flc, in vista dell’approvazione della Legge di bilancio 2025, chiediamo risorse aggiuntive per rispondere all’inflazione del triennio e valorizzare, in modo sostanziale, i settori della conoscenza. Se ciò non dovesse accadere, organizzeremo iniziative di mobilitazione generale”, conclude.