“Il ministro dello Sviluppo economico deve convocare con urgenza azienda e sindacati sul futuro occupazionale e produttivo di Cnh. È inaccettabile che l'aumento della redditività e il raggiungimento degli obiettivi finanziari siano pagati dai lavoratori”. A dirlo è Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile del settore automotive, annunciando lo stato di agitazione fino allo sciopero. Cnh Industrial – riferisce De Palma – ha comunicato che, nell'ambito della ristrutturazione su cui sono stati annunciati investimenti, è programmata la chiusura di due stabilimenti: Pregnana Milanese (dove è in corso lo sciopero spontaneo dei lavoratori) e San Mauro che occupano oggi complessivamente circa 700 lavoratori, cui si aggiungono i lavoratori somministrati e quelli di indotto e servizi. Per il sito di San Mauro, a quanto si apprende, l’azienda investirà per far nascere un nuovo polo logistico che comunque non prevede il riassorbimento di tutti i 370 lavoratori oggi occupati nello stabilimento. Per il sito di Foggia si prevede una riorganizzazione delle produzioni al termine della quale non è garantita la piena occupazione.

L’Italia prosegue il dirigente sindacale – ha già pagato un prezzo nel recente passato con la chiusura di Imola e Valle Ufita. La Fiom terrà assemblee nelle prossime ore in tutto il gruppo e proclama lo stato di agitazione fino allo sciopero con l'obiettivo di portare il negoziato al ministero dello Sviluppo economico, come convenuto con tutte le organizzazioni presenti al tavolo”. È infatti “indispensabile che al confronto sui tavoli governativi sia presente l'amministratore delegato cui la Fiom ha già chiesto un incontro sul piano industriale e occupazionale. L'azienda ha deciso di aprire un confronto sui singoli stabilimenti, noi chiediamo che si apra un tavolo complessivo sul piano industriale, perché il punto di confronto non può essere sulla gestione degli effetti sociali, ma sul piano stesso”. A suo giudizio, “è necessario sapere che effetti avrà lo spin-off sugli stabilimenti italiani visto lo stato di difficoltà che permane da tempo e l'incertezza degli stabilimenti Iveco, agricolo, movimento terra e Fpt”. La Fiom ha proposto alle altre organizzazioni sindacali di convocare assemblee unitarie e di intraprendere le azioni utili alla convocazione urgente del tavolo al Mise per trovare tutte le soluzioni necessarie a garantire occupazione e capacità industriale.

Arriva anche il commento della segretaria generale della Fiom milanese Roberta Turi: “Ci opporremo con tutte le nostre forze alla chiusura dello stabilimento di Pregnana. Domani, mercoledì 2 ottobre, lavoratori in sciopero e presidio”. A Pregnana vengono prodotti, per Cnh industrial, motori marini e gruppi elettrogeni ed è presente attività di packaging. “Oggi – conferma la sindacalista della Fiom – ci è stata data una notizia gravissima per le lavoratrici e i lavoratori del plant di Pregnana Milanese: tutte le attività produttive Fpt Industrial verranno trasferite a partire dal 2020 a Torino. Seguiranno, nel 2021, le attività di logistica della Cnh. Dal 2021, quindi, a Pregnana non rimarranno più attività e questo avrà un impatto sull’occupazione di più di 300 lavoratori, 260 a tempo indeterminato e più di 40 delle società di appalto. Ci sono poi i lavoratori dell’indotto di cui non conosciamo i numeri esatti”.

La riorganizzazione è stata motivata dalla volontà del gruppo di concentrare tutta la produzione nella Fpt Industrial a Torino e le attività di logistica nello stabilimento Cnh di San Mauro, sempre a Torino. “Se questo piano andrà avanti – insiste Turi –, metterà in grave difficoltà centinaia di famiglie e l’intero territorio: il plant non deve cessare l’attività, ci impegneremo con tutte le nostre forze per impedirne la chiusura. La Fiom di Milano ha proclamato fin da ora uno sciopero fino a fine turno. Domani, mercoledì 2 ottobre, verranno immediatamente convocate le assemblee per informare in maniera dettagliata i lavoratori e decidere le prossime iniziative”.