Ci siamo. Il 24 novembre la mobilitazione di Cgil e Uil fa tappa nel Nord Italia. Dopo la grande adesione registrata nel Centro Italia venerdì scorso, 17 novembre, cui si era unito lo sciopero generale dei settori dei trasporti, dei servizi pubblici, della logistica e della scuola, a incrociare le braccia questa volta saranno lavoratrici e lavoratori di Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Al centro della protesta la richiesta di un cambio di rotta nella manovra in discussione in Parlamento, “una legge di Bilancio socialmente iniqua, che penalizza lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, che alimenta il lavoro povero e precario, premia gli evasori e costruisce un fisco ingiusto”. 

Piemonte

In Piemonte sono cinque le manifestazioni previste per la giornata. Occhi puntati su Torino dove interverrà il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Alle ore 9.30 è previsto il concentramento a Porta Susa. da lì si snoderà il corteo che arriverà a Piazza Castello dove introdurrà dal palco Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, e ci sarà l’intervento di Maurizio Landini. Sarà possibile seguire il palco di Torino anche in diretta streaming su Collettiva.
Ad Asti partenza alle ore 9.30 del corteo che da via Boca arriverà alla Prefettura, dove interverrà Anna Poggio, segreteria Regionale Cgil.
A Cuneo corteo alle ore 9.30 da Piazza Galimberti a Piazza Audiffredi e intervento di Giovanni Mininni, segretario generale Flai Cgil.
A Novara corteo alle ore 9.30 da Piazza Cavour a Piazza della Repubblica, intervento di Domenico Proietti, segretario generale Fpl Uil.
A Novi Ligure alle ore 8.30 corteo dallo stabilimento ex-Ilva ai Giardini Garibaldi: introduce dal palco Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, intervento di Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
“I cortei sfileranno per chiedere aumenti salariali per recuperare il 17% perso con l'inflazione negli ultimi due anni – ha detto Giorgio Airaudo presentando la giornata di mobilitazione –. Le persone saranno in piazza per chiedere la ricostruzione del lavoro pubblico, dalla sanità alla scuola, che è un lavoro di comunità e non va svalutato, si denuncerà la mancata rivalutazione delle pensioni. Nei cortei ci sarà la rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori della Lear, della Tyco e dell'ex Ilva di Novi, a rischio di chiusura e licenziamenti. La manifestazione si tiene alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne: leggeremo in tutte le piazze un documento in cui si chiede al governo di mettere in atto interventi concreti".

Valle d’Aosta

"I diritti non si toccano, adesso basta, é sciopero generale!”. Inizia così il post pubblicato sulla pagina Facebook della Cgil Valle d’Aosta che chiama alla protesta del 24 novembre. “Lavoro dignitoso, maggiori salari, sicurezza, salute pubblica, istruzione per tutti. Sono grida, non capricci – ha detto Vilma Gaillard, segretaria generale della Cgil regionale –. E un Governo al servizio dei propri cittadini dovrebbe comprenderle anziché reprimerle”.

Presidio dalle ore 10 alle ore 13 in piazza Pretoria ad Aosta.

Emilia-Romagna

Tra i primi punti evidenziati da una conferenza stampa che Cgil e Uil dell’Emilia-Romagna hanno organizzato nelle scorse ore per spiegare le motivazioni della mobilitazione, c’è “l’emergenza sanità: la manovra non aggiunge risorse, le taglia. Con la manovra il Governo metterà un tetto alle assunzioni nel pubblico impiego mentre nessun limite è posto per le risorse che destinerà alla sanità privata. Con i tre miliardi promessi non si coprirà nemmeno l’inflazione. Una parte di questi andranno a coprire il rinnovo dei contratti in sanità e solo una piccola parte sarà destinata alle liste d’attesa”.

Scelte che avranno ripercussioni anche sul territorio, dove invece serve un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario. Come se non bastasse, denunciano i sindacati, “si tagliano soldi ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali e si sottraggono risorse per 350 milioni per la disabilità. Intanto, a Roma si fanno i condoni ai soliti noti e non si tassano gli extraprofitti, non si mettono risorse per aumentare gli sgravi fiscali a lavoratori e pensionati e nulla è presente per il rinnovo dei contratti pubblici per recuperare, almeno, l’inflazione reale. Sulle pensioni, dopo le promesse elettorali, l’esecutivo è riuscito a peggiorare la legge Fornero. Su sicurezza e salute sul lavoro non ci sono investimenti: non sono previste assunzioni di ispettori e non sono potenziati gli organici degli enti preposti come Inps o Inail”.

Non va meglio sul fronte delle politiche industriali, dove “la manovra è fortemente carente: il Governo stanzia una “mancia” di 190 milioni per i contratti di sviluppo e ben 780 milioni per la progettazione del Ponte sullo Stretto, per la realizzazione del quale servono ben 15 miliardi di euro a oggi totalmente mancanti. Serve una nuova strategia che affronti le crisi vecchie e nuove, puntando sulla transizione energetica, occorre riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo”.

“L’obiettivo dello sciopero è duplice – spiega Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia-Romagna -: sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi criticità che la bozza di Legge di Bilancio porta con sé e, contestualmente, chiedere al Governo di assumere i provvedimenti in materia di lavoro, fisco, sicurezza, previdenza, sanità e politiche industriali, necessari a ridurre le diseguaglianze nel Paese. Le politiche da mettere in campo devono aiutare ultimi e penultimi, coloro che stanno peggio: la nuova legge di bilancio va nella direzione opposta, non mette al centro gli interessi di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che sono coloro sulle cui spalle si regge il Paese. Gli incontri sostenuti con il Governo sono stati inutili: la perdita del potere d’acquisto non trova soluzione, si fa cassa con le pensioni, non c’è nulla per recuperare l’evasione fiscale, non s’investe nel welfare pubblico. In questo quadro, assistiamo anche ad un attacco vergognoso al diritto di sciopero da parte del ministro Salvini, attacco che contrasteremo in tutti i modi democratici e al quale sarà data una grande risposta dalle piazze del 24 novembre”.

A Piacenza incroceranno le braccia per l’intera giornata (8 ore) i metalmeccanici, il comparto del commercio e dei servizi, dell’agroalimentare, dell’edilizia, del chimico, dell’energia e del tessile e ancora bancari e assicurativi, comunicazione e precari, e i pensionati, tra le categorie più ”scottate” dal governo Meloni finora. Spazio, inoltre, al tema della violenza sulle donne, con interventi che partiranno dalla paradigmatica fine di Giulia Cecchettin e delle polemiche annesse.

L’appuntamento per gli scioperanti è in piazza Cavalli alle 9:30 per il concentramento, da lì spazio alla voce di lavoratrici e lavoratori e alla fine, intorno alle 11, la formazione del corteo che si dirigerà verso la prefettura dove una delegazione sarà ricevuta dal prefetto.

Spazio, inoltre, per la richiesta di un cessate il fuoco con un flash mob per la pace. Sarà presente in città il segretario nazionale Uilcom, Salvo Ugliarolo, a cui spetterà chiudere gli interventi dal palco. In piazza a Piacenza, in occasione dello sciopero generale, porteranno le loro istanze anche i lavoratori in sciopero ad Amazon a Castelsangiovanni di Filcams Cgil e Uiltucs Uil, impegnati nelle proteste globali del “Make Amazon Pay”.

“L’obiettivo dello sciopero è duplice – spiegano Ivo Bussacchini, segretario generale Cgil Piacenza e Francesco Bighi, segretario Uil Piacenza –: sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi criticità che la bozza di Legge di Bilancio porta con sé e, contestualmente, chiedere al Governo di assumere i provvedimenti in materia di lavoro, fisco, sicurezza, previdenza, sanità e politiche industriali, necessari a ridurre le diseguaglianze nel Paese. Le politiche da mettere in campo devono aiutare ultimi e penultimi, coloro che stanno peggio: la nuova legge di bilancio va nella direzione opposta, non mette al centro gli interessi di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che sono coloro sulle cui spalle si regge il Paese”.

A Piacenza farà tappa anche la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori Amazon, una protesta che coinvolge 30 paesi nel mondo e che torna per il quarto anno consecutivo il 24 novembre per chiedere al colosso dell’e-commerce non solo una retribuzione più equa e dignitosa, ma anche un impegno preciso per ridurre il proprio impatto ambientale e per pagare per intero le tasse che deve nei paesi in cui opera. Uno sciopero che interesserà anche il sito di Castel San Giovanni (Piacenza) dopo la dichiarazione di sciopero.

“La data del 24 novembre non è scelta a caso, trattandosi dell’ormai tradizionale Black Friday, giornata chiave per le aziende commerciali e per Amazon, che sulle offerte lanciate proprio in questa giornata punta a incassi sempre più consistenti”, spiegano i confederali.

La campagna di mobilitazione globale ha preso il nome di “Make Amazon Pay” (tradotto con “Amazon deve pagare”) inteso come debito che la multinazionale ha nei confronti dei propri dipendenti, della società, del pianeta. “Amazon prende troppo – si legge nel sito del movimento cui aderiscono centinaia di associazioni – e restituisce troppo poco. È il momento di far sì che Amazon paghi!”

Anche in Italia il sistema Amazon è chiamato a incrociare le braccia, in tutti i magazzini dislocati sul territorio nazionale e in particolar modo in quello di Castel San Giovanni (PC) dove, dall'inizio di ottobre, da quasi due mesi, è in atto una mobilitazione che ha già portato i dipendenti ad effettuare ben tre giornate di sciopero l'11 e il 17 ottobre e il 7 novembre. Le rivendicazioni chiare: un incremento di retribuzione inaccettabile a fronte dell'andamento economico di Amazon; l’assenza di forme di welfare e il mancato aumento dell’importo del buono pasto, la mancanza di attenzione alle problematiche di salute e sicurezza; il continuo ricorso a contestazioni disciplinari per futili motivi. Una delegazione di lavoratori dell’hub piacentino parteciperà, sotto le insegne di Filcams Cgil, al presidio internazionale promosso da Uni Global Union a Coventry, sempre nella giornata chiave del Black Friday presso una delle più rappresentative sedi di Amazon”.

A Parma il concentramento è previsto alle ore 9.30 nella rotonda di viale Toschi lato Pilotta, con partenza del corteo alle ore 10. Il percorso transiterà da piazzale della Pace, strada Garibaldi, strada Melloni e via Cavour, per arrivare in piazza Garibaldi, dove si terrà il comizio conclusivo di Stefano Mantegazza, segretario nazionale Uila Uil, introdotto da Lisa Gattini, segretaria generale Cgil Parma.

Tutto pronto anche a Modena. In conferenza stampa Daniele Dieci, segretario della Cgil cittadina, e Roberto Rinaldi, coordinatore Uil Modena e Reggio Emilia, hanno spiegato le ragioni dello sciopero che interessa i settori privati e la filiera del privato.

La manifestazione prevista per oggi 24 novembre prevede il corteo da piazzale Tien An men (davanti allo stadio Braglia, concentramento ore 9), tragitto per largo Sant’Agostino, via Emilia Centro e arrivo in piazza Grande per gli interventi dal palco di Nicola Maria Russo (Uil Modena e Reggio Emilia), delegate e delegati e alle 11.30 comizio conclusivo di Luigi Giove, segretario organizzativo della Cgil nazionale.

“Da diversi mesi, e ormai da due anni, portiamo avanti la mobilitazione unitaria di Cgil e Uil per rivendicare un modello alternativo e diverso di società da quello che stiamo vivendo – spiega Daniele Dieci segretario Cgil Modena –. La manovra Finanziaria del Governo peggiora le condizioni dei lavoratori e pensionati che rappresentiamo: si va in pensione più tardi, si guadagna meno, non ci sarà 1 euro in più nelle buste paga dei lavoratori, si taglia su sanità e scuola e su tutti i finanziamenti per la sicurezza sul lavoro, sul trasporto pubblico. Non contrasta il precariato. Non è la società che vogliamo. Il nostro modello di Pese è completamente antitetico a quello delineato dalla legge Finanziaria, non risponde alle esigenze delle persone”. “Questo Governo non propone una visione alternativa – prosegue Dieci - aumenta il precariato, tagliano sanità pubblica, scuola, pubblico impiego, sicurezza sul lavoro, sono più di 700 le vittime sul lavoro da inizio anno, non ci basta lasciar fare all’impresa, vogliamo realizzare un’idea alternativa di società e mettere al centro della vita delle persone”. Cgil e Uil convengono che le persone stanno peggio di come stavano prima, e i sindacati non possono stare fermi.

A Bologna convergerà anche la protesta di lavoratrici e lavoratori da Imola. Il concentramento è previsto in Piazza XX Settembre alle ore 9.00. Il comizio conclusivo si terrà in Piazza Santo Stefano. All’intervento introduttivo di Roberto Rinaldi, segretario della Uil Emilia-Romagna, verrà seguiranno gli interventi di delegate e delegati. Concluderà Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil nazionale.

La mobilitazione di Cgil e Uil con lo sciopero del comparto privato a Bologna comincerà alle 8, con un picchetto intercategoriale delle rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Nidil Cgil, Fp Cgil e Slc Cgil, insieme al segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna Michele Bulgarelli, davanti alla Sede centrale di Hera in viale Berti Pichat, per protestare contro il peggioramento delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati negli appalti e subappalti del Gruppo Hera. Intorno alle 8.40, rappresentanti sindacali e lavoratrici e lavoratori si inizieranno poi a spostare verso il concentramento del corteo, in piazza XX settembre, da dove partirà il corteo verso piazza Santo Stefano per il comizio conclusivo con Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil.

Sempre in mattinata sono previsti presidi ai cancelli di Automobili Lamborghini, Marelli Crevalcore, Bonfiglioli Riduttori, Selcom, Granarolo, Unipol.

Leggi anche

A Ferrara, manifestazione in Piazza Castello alle ore 9.30. Introduce Massimo Zanirato, segretario Uil Emilia-Romagna. poi gli interventi di delegate e delegati. Conclude Daniela Barbaresi, segretaria confederale della Cgil nazionale.

A Forlì-Cesena si terrà l’appuntamento che ricomprende tutti i territori della Romagna e quindi comprenderà anche Ravenna e Rimini. Il concentramento sarà alle ore 9.30 davanti alla stazione ferroviaria in Piazza Sanguinetti. Alle ore 9.45 partirà il corteo. Alle ore 10.30 inizierà il comizio in Piazza del Popolo con introduzione di Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia-Romagna e le conclusioni di Emanuele Ronzoni, segretario della Uil nazionale.

Lombardia

Tanti gli appuntamenti di protesta previsti oggi in Lombardia. Vediamoli, città per città.

A Bergamo è prevista una manifestazione con presidio, che partirà da piazza Pontida alle ore 10 e sfilerà per le vie del centro. Ad aprire il corteo, i cartelli con i nomi di tutte le donne vittime di femminicidio del 2023. Il corteo sindacale si dirigerà verso la sede della Prefettura dove si terrà un presidio dalle ore 10.45 in cui prenderanno la parola i delegati e le delegate. L’intervento conclusivo sarà affidato a Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil. Una delegazione di sindacalisti e delegati verrà ricevuta dal Prefetto.

“Se una manovra finanziaria deve raccontare i progetti che il governo ha per il Paese, possiamo dire che questo governo non sembra averne di significativi”, ha dichiarato nei giorni scorsi Marco Toscano, segretario generale della Cgil di Bergamo. “Manca qualsiasi idea di politica industriale, di cui avremmo invece bisogno. Negli altri Paesi europei la transizione ecologica e digitale è in cima all’agenda, in Italia non se ne parla. Questa è una manovra che sul fronte dei redditi si limita a confermare per un anno il taglio contributivo già in essere senza però prevedere nessun reale provvedimento di sostegno alla contrattazione collettiva e al rinnovo dei contratti, via principale per l’aumento dei salari. Ovviamente è assente il tema del salario minimo. Al capitolo pensioni, fino all’altro giorno ricordiamo che uno dei vessilli di questo governo sembrava essere il superamento della legge Fornero. Oggi non solo questo non accade ma anzi la situazione peggiora. Quota 103 è confermata ma con maggiori penalizzazioni, aumenta di una anno il requisito per accedere a Opzione donna. È confermato il taglio all’indicizzazione delle pensioni in essere”.

“Insomma” conclude il sindacalista, “è una legge finanziaria che non guarda al futuro e non guarda ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e delle pensionate”.

A Brescia, concentramento in Piazza Garibaldi alle ore 9, poi corteo fino a Piazza Vittoria dove si terrà il presidio. Interviene Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia. Conclude Pierpaolo Bombardieri, segretario generale nazionale Uil.

A Como, concentramento in piazza Vittoria alle ore 10, seguiranno corteo e presidio davanti alla Prefettura.

A Cremona, corteo alle 9.30 con partenza da Palazzo Cittanova. Terminerà in Piazza Roma dove si terrà il presidio. Previsti gli interventi di delegati sindacali e di Elena Curci, segretaria generale Cgil provinciale e Germano Denti, coordinatore Uil Cremona.

A Lecco, corteo e poi presidio in Piazza Diaz alle ore 10.

A Lodi, presidio davanti alla Prefettura alle ore 10.

A Mantova, il corteo partirà alle ore 9 da Piazzale Gramsci per raggiungere piazza Martiri.

A Milano, presidio alle ore 9.30 in Largo 11 settembre, adiacente la prefettura.

A Monza, concentramento in Piazza Castello alle ore 9, corteo e poi presidio all’Arengario, ore 10. “Adesso basta! – scrive in un comunicato la Cgil Monza Brianza –. Sì, adesso basta morti sul lavoro! Lo slogan scelto da Cgil e Uil per lo sciopero generale del 24 novembre si presta anche per denunciare la gravità di un fenomeno che non accenna a diminuire: 73.918 infortuni registrati nel 2022 in Lombardia, 72 con esito mortale (dati Inail). Non sorprende dunque che un intero spezzone del corteo che attraverserà le vie del centro di Monza previsto per la mattina del 24 novembre sia dedicato alla sicurezza sul lavoro”.

L’idea nasce nell’ambito delle attività dello Sportello Ambiente, salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Monza: “Lo sportello Sicurezza – spiega Federica Cattaneo, componente di segreteria confederale Cgil Monza Brianza – è il luogo di elaborazione e discussione della Cgil che ha l’obiettivo di diffondere la cultura della salute e della sicurezza sul lavoro. Il servizio è rivolto, in particolare, ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (i cosiddetti RLS, ndr), ma è a disposizione anche delle delegate e dei delegati in materia di sicurezza”.

“In vista dello sciopero, abbiamo avviato un laboratorio coinvolgendo direttamente i Rappresentanti dei lavoratori della sicurezza della Cgil per preparare gli striscioni per lo sciopero del 24”, spiega ancora Cattaneo che aggiunge: “Questo Paese non può più tollerare oltre tre morti sul lavoro al giorno, molti dei quali giovanissimi, migliaia d'infortuni e un costante aumento delle malattie professionali. Manifestare, scioperare, lottare per alzare i salari significa anche contrastare il ricatto che i lavoratori precari spesso subiscono”.

“Manifestare, scioperare, lottare per rilanciare il Servizio sanitario nazionale, significa anche più assunzioni per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, per incrementare i controlli nelle imprese e nei cantieri. Significa più formazione pubblica di qualità per i lavoratori, per gli RLS e per le imprese”, continua.

“Manifestare, scioperare, lottare per una politica industriale innovativa – conclude la segretaria della Cgil in Brianza – significa anche aumentare la produttività con la qualità, non sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici. Perché tornare a casa dal lavoro sani e salvi è un diritto!”.

A Pavia, presidio in piazza Guicciardi alle ore 10.

A Sondrio, presidio davanti alla Prefettura alle ore 10.

In Ticino Olona presidio in Piazza San Magno a Legnano, ore 10.

A Varese, presidio davanti alla Prefettura alle ore 10.

Veneto

Anche in Veneto presidi, cortei e comizi sono stati organizzati nei sette capoluoghi di provincia.  Dopo lo sciopero che si è tenuto venerdì scorso, 17 novembre, e che ha visto in piazza a Padova 10mila lavoratrici e lavoratori (del Comparto pubblico, Istruzione e Ricerca, Trasporti, Igiene ambientale, Poste, Consorzi di Bonifica), studentesse e studenti manifestare contro la manovra di Bilancio, è la volta dei lavoratori del settore privato (Manifatturiero, Commercio, Turismo e tutti i Servizi regolamentati esentati venerdì scorso) di tutto il Nord Italia, che sciopereranno per 8 ore con Cgil e Uil il prossimo venerdì 24 novembre, con presidi in piazza in tutte le province.

La mobilitazione del 24 novembre ribadirà nuovamente il no ad una manovra che, se sarà approvata così com’è, penalizzerà tutti coloro che vivono di lavoro o di pensione, non darà una prospettiva alle nuove generazioni, non migliorerà la condizione materiale delle donne, che più subiscono sotto occupazione, precarietà e bassi salari.

“Dobbiamo stare uniti in questa battaglia – dichiarano Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto, e Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto – affinché le cose cambino in questo Paese. Rivendichiamo politiche che fermino il costante impoverimento di chi percepisce un reddito fisso, che contrastino la desertificazione industriale, che riducano le diseguaglianze, che puntino allo sviluppo del territorio”.

“Chiediamo – scrivono i sindacalisti – di cambiare questa manovra innanzitutto perché c'è una questione che riguarda i salari e le pensioni, che hanno subito una perdita del potere d'acquisto del 15%. E poi c'è un tema che riguarda la sicurezza sul lavoro, il fisco, le pensioni. Invece di affrontare questi argomenti, invece di dare risposte alle persone che rappresentiamo, il Governo ci attacca sul diritto di sciopero. La verità è che si continua a morire sul lavoro, le tasse continuano a pagarle sempre gli stessi e, ancora una volta, si fa cassa sulle pensioni, con risparmi a carico di lavoratori e pensionati di 68 miliardi di euro”.

“E ancora: come si rilancia l'occupazione? Come si evita la fuga all'estero di tanti nostri ragazzi?Noi speriamo che, in questo Paese, ci sia ancora lo spazio democratico per esprimere il nostro dissenso rispetto a scelte che non risolvono tutti questi problemi. La piazza e la partecipazione per noi restano strumenti fondamentali di democrazia, che sono temuti solo da chi non ammette un pensiero non allineato con chi è pro tempore al Governo dell'Italia. Si tratta di una mobilitazione decisa a livello nazionale, dopo ore e ore di assemblee nelle varie province, e che ha al centro questioni che riguardano tutti i territori e tutte le persone, anche chi non è iscritto al sindacato, che invitiamo a partecipare”.

A Venezia, concentramento alle ore 9.00 presso la stazione ferroviaria di Mestre, corteo e comizi conclusivi in via Palazzo, di fronte al Municipio di Mestre.

A Padova le segreterie di Cgil e Uil cittadine informano che il 24 novembre, a partire dalle 7.00 del mattino, ci saranno presidi e volantinaggi che coinvolgeranno l’intero territorio provinciale: a Monselice, lungo la strada statale all’altezza del supermercato Famila/Mc Donald’s; a Conselve, in zona industriale, nell’area antistante Iperlando; a Campodarsego, davanti all’azienda Carraro Drive Tech; a Limena, nell’area antistante il Bar Industria e a Sant’Angelo di Piove di Sacco, sulla Vigorovea, all’altezza della rotonda fra Piovese e SS516.

Successivamente, alle 10.00, ci sarà il concentramento in Piazza Garibaldi a Padova dei partecipanti alla Manifestazione provinciale, con un corteo che attraverserà il centro storico della città e ritornerà al punto di partenza, dove si terrà il comizio conclusivo con gli interventi dei segretari generali, delle delegate e dei delegati di tutti i settori produttivi coinvolti.

“Anche sul nostro territorio – dichiarano Aldo Marturano, segretario generale della Cgil di Padova, e Massimo Zanetti, coordinatore della Uil di Padova – si sentono gli effetti della crisi sociale che sta colpendo l’intero Paese e contro cui il Governo non sta facendo nulla, se non addirittura peggiorare la condizione di insicurezza e precarietà che coinvolge tutti, a partire dalle donne e dai giovani”.

“La dimostrazione più evidente – proseguono i due segretari – ci è data dall’ultimo studio condotto dai nostri Caf, secondo il quale la conferma della riduzione del cuneo contributivo (- 7% per i redditi lordi inferiori a 1923 euro e – 6% per i redditi lordi fino a 2692 euro: una misura inaugurata dal Governo Draghi e ampliata nel luglio scorso, di cui i lavoratori stanno già usufruendo) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (partendo da una no tax area di riferimento per i redditi fissata a 8.500 euro e prevedendo un’aliquota Irpef al 23% fino a 28.000 euro e al 35% fino a 50.000 euro) produrrà benefici molto ridotti e del tutto insufficienti a coprire la perdita del potere d’acquisto dei redditi fissi. A fronte di un’inflazione che nel corso di quest’anno è oscillata tra il 5 e il 6%, e che va sommata all’8,1% del 2022, il guadagno effettivo a partire da gennaio sarà di appena 7/8 euro al mese tra i 15.000 e i 20.000 euro, e di 22 euro per i redditi sopra i 30.000 euro. Neanche un caffè al giorno o una pizza al mese. È proprio il caso di dirlo: la montagna ha partorito un topolino”.

“Se consideriamo – proseguono Marturano e Zanetti – che il 40% di chi ha un lavoro dipendente si trova nella fascia inferiore ai 15 mila euro, e non riceverà nulla, che tra i 15 mila e i 28 mila euro si colloca un lavoratore su tre, e che comunque l’85% del totale dei dipendenti è sotto i 35 mila euro, si comprende immediatamente che gli annunciati aumenti, da parte della presidente del Consiglio, di 100 euro al mese nelle buste paga del 2024 sono del tutto immaginari e buoni solo ad alimentare la pubblicità ingannevole del Governo”.

“Una presa in giro – concludono il segretario generale della Cgil di Padova e il coordinatore della Uil di Padova – che risulta perfino più grave sul tema previdenziale: in campagna elettorale promettevano il superamento della Legge Fornero, ma alla prova dei fatti stanno riuscendo addirittura a peggiorarla e rendere più difficoltosa l’uscita dal lavoro a chi ne aveva la possibilità. C’è un evidente stretta sull’Ape sociale, su Opzione Donna e, in definitiva, nessuna risposta a chi oggi vive nel precariato lavorativo con la prospettiva di peggiorare ulteriormente le sue già difficili condizioni, il giorno in cui smetterà di lavorare perché avrà una pensione assolutamente insufficiente a garantirgli una vita dignitosa. La risposta del Governo si limita alla nuova quota 103 che con il ricalcolo contributivo che taglierà l’assegno fino al 30%, renderà accessibile la pensione a neanche 300 lavoratori padovani. Una cifra ridicola. La misura è colma, ‘Adesso Basta!’”.

A Treviso, concentramento alle ore 10.30 presso piazza dell’Università, dove si svolgeranno i comizi.

A Vicenza, concentramento alle ore 9.00 presso piazza Esedra, viale Roma. Interventi conclusivi in Piazza Matteotti.

A Verona, concentramento alle ore 10.00 presso piazza Cittadella, corteo e ritorno in Piazza Cittadella per i comizi.

A Rovigo, concentramento alle ore 8.45 presso Piazzale Consigli, di fronte alla Questura, comizi in Piazza Matteotti.

A Belluno, concentramento alle ore 10.30 presso sede Uil (via Giovanni De Min 6) e conclusione presso la sede Cgil (Viale Fantuzzi 19).

Friuli Venezia Giulia

Tornano in piazza le battaglie per i salari, per una riforma fiscale che sostenga il potere d’acquisto di salari e pensioni, per la difesa della sanità pubblica, per una riforma previdenziale che allenti la rigidità della legge Fornero. Assieme alla grande sfida delle politiche industriali, tema centrale della nuova giornata di sciopero che toccherà tutte le regioni del Nord. A proclamarla, nell’ambito della mobilitazione contro la Finanziaria varata dal Governo, sono ancora una volta Cgil e Uil, con uno stop di 8 ore, quindi dell’intera giornata lavorativa, che stavolta toccherà i settori privati. In Friuli Venezia Giulia l’agitazione toccherà una platea di almeno 300mila lavoratori, da tutti i comparti del manifatturiero ai servizi, dalle utility al commercio. La giornata, come spiegano i segretari regionali di Cgil e Uil, Villiam Pezzetta e Matteo Zorn, sarà caratterizzata anche da una serie di iniziative e manifestazioni sul territorio.

A Trieste, dove convergeranno anche i manifestanti della provincia di Gorizia, è previsto un presidio a partire dalle 10 in piazza della Borsa, con l’intervento del segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi. In programma anche sit-in e volantinaggi davanti a diverse aziende e altri due grandi presidi a livello territoriale, in programma dalle 9.30 alle 10.30 a Majano (Udine), davanti all’ingresso della Snaidero, alla presenza di Lucia Grossi, segretaria generale Uiltemp, e alle 11 sotto la Prefettura di Pordenone, dove le segreterie provinciali di Cgil e Uil hanno chiesto un incontro con il Prefetto. Iniziative che vedranno ancora una volta, come venerdì scorso, il sostegno e una massiccia partecipazione da parte dei pensionati, come sottolineano Roberto Treu e Magda Gruarin, segretari regionali Spi Cgil e Uilpensionati.

Al centro della giornata, come detto, anche l’esigenza di un rilancio delle politiche industriali, “che ora come ora sono del tutto assenti – denuncia il segretario regionale della Uil Matteo Zorn, nonostante la bussola da anni ci indichi la direzione della transizione ambientale ed energetica”. Uil e Cgil chiedono un cambio di passo anche sul fronte degli incentivi alla crescita, “che non devono essere erogati a pioggia, ma guardare a obiettivi strategici, a generare lavoro stabile e ben retribuito, con particolare attenzione ai giovani e alle donne”. Sul tavolo anche la crisi della Wartsila, a meno da una settimana dal tavolo ministeriale del 30 novembre, “convocato in grave ritardo”, dichiara ancora Zorn.

Ma sono anche altre, nell’industria, le situazioni che destano preoccupazione e allarme nel sindacato, “dalle incognite sul futuro di Electrolux a vertenze come quella di Dl Radiators”, sottolinea Villiam Pezzetta. “Lo sciopero – dichiara il segretario regionale della Cgil – sarà un’occasione di rilancio del grande tema della centralità del manifatturiero per la tenuta del sistema economico e sociale del Friuli Venezia Giulia. Questa regione – prosegue Pezzetta – ha bisogno di un’idea di futuro che concentri obiettivi e risorse su ben precisi settori strategici, abbandonando una logica di distribuzione a pioggia, generica e dispersiva. Serve un progetto di politica industriale che ha caratterizzato solo parzialmente la gestione del Pnrr, così come si sente l’esigenza di rafforzare il ruolo di interlocuzione della Regione con le aziende e i settori chiave del manifatturiero”.

Liguria

La manifestazione regionale si terrà a Genova con appuntamento alle ore 9.00 presso la Stazione Marittima dove si ritroveranno i partecipanti e dove è prevista la confluenza di oltre 13 pullman in arrivo dalle province. A intervenire nel comizio conclusivo saranno: Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria e Vera Buonomo, segretaria nazionale Uil.

A scioperare per l’intera giornata saranno le lavoratrici e i lavoratori di tutti i settori privati; tra le motivazioni alla base della protesta i temi nazionali legati alla manovra del Governo e le conseguenze che i tagli avranno sulla Liguria.

"Tra i primi punti – scrive la Cgil Liguria – l’emergenza sanità: la manovra non aggiunge risorse, le taglia. Con la manovra il Governo metterà un tetto alle assunzioni nel pubblico impiego in sanità mentre nessun limite è posto per le risorse che destinerà alla sanità privata. Con i tre miliardi promessi non si coprirà nemmeno l’inflazione. Una parte di questi andranno a coprire il rinnovo dei contratti in sanità e solo una piccola parte sarà destinata alle liste d’attesa”.

“Tutto questo avrà ripercussioni anche in Liguria dove invece serve un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario, a partire dalla Asl spezzina che è maglia nera in Liguria e servono fondi pubblici per la costruzione di nuovi ospedali come quello del Felettino e l’ospedale di Taggia, più volte annunciato ma mai partito. Inoltre, si tagliano soldi ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali e si sottraggono risorse per 350 milioni per la disabilità”.

“Intanto, a Roma si fanno i condoni ai soliti noti e non si tassano gli extraprofitti, non si mettono risorse per aumentare gli sgravi fiscali a lavoratori e pensionati e nulla è presente per il rinnovo dei contratti pubblici per recuperare, almeno, l’inflazione reale. Sulle pensioni, dopo le promesse elettorali, l’esecutivo è riuscito a peggiorare la legge Fornero”.

“Su sicurezza e salute sul lavoro non ci sono investimenti: non sono previste assunzioni di ispettori e non sono potenziati gli organici degli enti preposti come Inps o Inail. La Liguria è fortemente toccata da questa tragedia continua: la nostra regione, infatti, è l’unica del nord ovest dove aumentano gli infortuni mortali sul lavoro: tra gennaio e settembre 2023 sono state 17 le vittime contro le 11 dello stesso periodo dell’anno precedente con una media di quasi 2 morti al mese e una variazione del +54,5%”.

Anche rispetto alle politiche industriali la manovra è fortemente carente: “il Governo stanzia una “mancia” di 190 milioni per i contratti di sviluppo e ben 780 milioni per la progettazione del Ponte sullo Stretto, per la realizzazione del quale servono ben 15 miliardi di euro ad oggi totalmente mancanti. Serve una nuova strategia che affronti le crisi vecchie e nuove, puntando sulla transizione energetica, occorre riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo. Ansaldo Energia, Piaggio, Acciaierie d’Italia sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo senza le quali non solo si penalizza l’occupazione, ma il Paese rischia di essere tagliato completamente fuori dalle principali filiere produttive (acciaio, energia, ecc.)”.

“La partecipazione allo sciopero riguarderà tutti i settori privati e alcuni settori pubblici che scioperano nel rispetto della legge 146. Di seguito i principali settori coinvolti dalla mobilitazione: acqua; carburanti; credito; distribuzione farmaci e logistica farmaceutica; elettricità; energia e petrolio; farmacie; gas; gas/acqua; istituti di vigilanza; metalmeccanici; pulizie e multiservizi; radio e tv; lavanderie industriali; telecomunicazioni; ristorazione, turismo, commercio; servizi; costruzioni; telecomunicazioni, teatri, Rai ed emittenza, editoria, cartiere, sport, cinema, ecc”.

“Cgil e Uil chiedono al Governo e alle Istituzioni territoriali di assumere provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà) e di politiche industriali, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità, necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita”.

Trentino

"Adesso tocca alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto privato – si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook della Cgil del Trentino –. Venerdì 24 novembre saranno loro ad incrociare le braccia per l'intera giornata di lavoro. Protestano per salari migliori, per estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Dopo la bellissima manifestazione di venerdì scorso vi aspettiamo tutte e tutti in piazza Duomo a Trento alle 9.00”.

Alto Adige

"Adesso basta – si legge nella pagina Facebook della Cgil Agb –. Il 24 novembre scioperano i lavoratori del settore privato in Alto Adige come in tutte le regioni del Nord. Presidio a Bolzano in piazza Nikoletti dalle ore 10”.