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A Milano si apre un nuovo capitolo di mobilitazioni per i lavoratori del food delivery. I rider del capoluogo lombardo hanno infatti autonomamente proclamato scioperi prolungati nel corso della settimana per rivendicare il superamento dell’attuale sistema contrattuale imposto dalle piattaforme.
Nidil Cgil Milano ha deciso di sostenere attivamente i lavoratori e le loro richieste. Nella giornata di oggi (lunedì 16 ottobre), la categoria degli atipici ha organizzato un corteo in bicicletta le vie della città, a partire dalle ore 12, con partenza dal concentramento nel piazzale della Camera del lavoro.
Prima tappa al tribunale, lo stesso che il 28 settembre scorso ha accertato che i rider sono da equiparare a lavoratori subordinati, dichiarando illegittimi i 4 mila licenziamenti operati da UberEats. Al termine del corteo, presidio presso la sede della piattaforma Glovo (in via Pirelli) per affermare la necessità di vedere riconosciute tutte le tutele della subordinazione.
La protesta a Milano
Il settore del food delivery vede da sempre la presenza di forme di auto-organizzazione tra i lavoratori, cui si è aggiunto nel tempo il supporto offerto dai sindacati confederali. “Sosteniamo la spinta autonoma dei rider e li stiamo aiutando a strutturare le loro rivendicazioni secondo le modalità organizzative più adatte alla nostra categoria”, spiega Andrea Bacchin, del Nidil Cgil Milano: “Per questo motivo abbiamo indetto la manifestazione, in un periodo di collaborazione con le altre realtà attive sul territorio, come Deliverance Milano”.
“Nonostante le difficoltà della sindacalizzazione in questo settore, ci aspettiamo una forte partecipazione, anche grazie alla trazione che viene dalle comunità di lavoratori pakistani e afghani, tra cui la causa è molto sentita”, aggiunge l'esponente del Nidil Cgil Milano: “Vedremo se i dirigenti ci incontreranno o se, come accaduto in passato, ci daranno il ‘contentino’, rimandando la discussione al tavolo nazionale, che ora però è fermo”.
Le rivendicazioni: subordinazione e trasparenza sugli algoritmi
Il tema centrale della manifestazione è ribadire l’inadeguatezza dell’attuale inquadramento contrattuale, che classifica come autonomi i ciclofattorini. Il corteo vede infatti la partecipazione dei rider di Glovo e Deliveroo, per i quali è ancora in vigore il contratto firmato da Ugl. Un sistema che “condanna i lavoratori a retribuzioni inique e nessuna garanzia relativa al mantenimento della continuità e stabilità reddituale, in cui, durante ogni turno, accumulano ore di effettivo lavoro non retribuito, mentre attendono gli ordini e la produzione dei pasti da consegnare”, si legge nel comunicato del Nidil Cgil.
“Ad aggravare la situazione – continua la nota - concorrono gli algoritmi delle piattaforme, i quali sono elaborati esclusivamente in funzione di aumentare il volume degli ordini, creando forti pressioni psicologiche sui lavoratori e incentivando situazioni di forte rischio per l’incolumità fisica”. L’uso degli algoritmi nasconde però anche logiche “opache, discriminatorie e improntate alla raccolta indiscriminata di dati personali sensibili che vengono resi disponibili perfino a società esterne”.
Nonostante le sentenze dei tribunali di tutta Italia, da ultimo quella di Palermo del 3 aprile scorso, che ha imposto a una piattaforma di informare le organizzazioni sindacali sul funzionamento dell’algoritmo, e quella già ricordata di Milano, il lavoro di piattaforma continua a essere terreno di scontro per un’effettiva regolamentazione. La giornata di mobilitazione nel capoluogo meneghino, dunque, ribadisce ancora una volta la necessità di garantire ai rider le tutele per un lavoro dignitoso.