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Tutti fermi. Nei primi tre giorni di questa settimana i territori hanno portato a termine la mobilitazione indetta a livello nazionale da Fim, Fiom e Uilm e declinata nelle singole regioni e province. Otto ore di sciopero del settore con blocco del lavoro straordinario e flessibilità per protestare contro la rottura del tavolo di confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici Federmeccanica-Assistal, avvenuta lo scorso 12 novembre.
Picchi di adesione anche del 90% in molte aziende
“Le iniziative di sciopero – si legge nella nota unitaria delle federazioni nazionali a commento della mobilitazione – sono una prima risposta al sistema delle imprese metalmeccaniche rispetto alla loro ‘contropiattaforma’ e alla mancata disponibilità a discutere le richieste sindacali. Gli scioperi distribuiti su tutto il territorio nazionale hanno registrato un’alta partecipazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, con picchi fino al 90% in molte aziende”. Le tute blu “sono consapevoli delle responsabilità di Federmeccanica e Assistal che fino a oggi non hanno mai voluto discutere concretamente le richieste sindacali”.
L’obiettivo di Fim, Fiom e Uilm è il rinnovo del contratto nazionale e per questo richiamano Federmeccanica e Assistal “ad ascoltare le richieste dei lavoratori e riaprire il tavolo del negoziato. In assenza della ripresa del confronto a partire dalla piattaforma, valuteremo – scrivono le organizzazioni sindacali – fin da subito altre iniziative di mobilitazione”. Resta confermato il blocco degli straordinari e delle flessibilità.
Il Lombardia grande adesione allo sciopero e al presidio di Milano
Sono circa 500 mila i metalmeccanici nella sola Lombardia. Sul territorio, nella giornata del 15 gennaio, lo sciopero regionale ha registrato una adesione media superiore all’80% in produzione e al presidio presso la sede di Assolombarda a Milano hanno preso parte 700 persone.
“L’alta adesione dimostra l’urgenza da parte di lavoratori e lavoratrici di un giusto rinnovo del contratto“, scrive Claudio Ravasio, segretario organizzativo della Fiom regionale in una nota. “Chiediamo – hanno ribadito nei loro interventi dal palco i delegati e le delegate che hanno preso la parola – che vengano prese in considerazione le nostre richieste, democraticamente votate da una larga maggioranza, e non accettiamo la contro-piattaforma di Federmeccanica che risponde in modo unilaterale solo ai propri interessi”.
Alcuni dati dell’adesione allo sciopero: Bergamo Fonderie Mario Mazzucconi Spa 100%, ABB 90%, Claypaky 90%, Itema 90%, Rono Spa 90%, Brescia Alfa 95%, Leonardo 95%, Fonderie di San Zeno 90%, Stanadyne 100%, Imp Pasotti 95%, Italfond 90%, Silmet 90%, Como Abb 90%, Cremona Manni Sipre 100%, Maschio 90%, Lecco Itla 95%, Rodacciai Sirone 95%, Fiocchi munizioni 85%, Lodi Hitachi 80%, Knool 60%, Mantova Marcegaglia 90%, CEM 85%, Donaldson 100%, Milano Lear 80 %, Kone 90 %, Lobo 90%, Electrolux 90%, Negri Bossi 80%, Mosa 90%, Monza Candy 90%, Microtecnica 80%, Pavia Cameron Ledeen 80%, Balma 90%, Mitsubishi 75%, Vallecamonica e Sebino Abert SPA 70%, Iseo Serrature 80%, Selenia Metalli 85%, Tenaris 90%.
“Auspichiamo che Federmeccanica voglia riprendere la trattativa con le organizzazioni sindacali con uno spirito costruttivo, partendo dalle richieste contenute nella piattaforma sindacale – si conclude la nota –. In caso contrario, continueremo e intensificheremo le nostre azioni di lotta”.
Veneto: adesione altissima, segnale chiaro alla controparte
Grande soddisfazione anche in Veneto, dove l’adesione alla protesta dei metalmeccanici è stata altissima e ha mandato un segnale importante alle controparti datoriali. Lo provano i numeri della protesta nella provincia di Belluno, lunedì 13 gennaio, con l’ampia partecipazione al presidio organizzato sotto la sede di Confindustria Belluno Dolomiti che ha raggruppato oltre un centinaio di lavoratrici e lavoratori del settore. Alcuni dati azienda per azienda: 90% di adesione alle otto ore di sciopero raggiunta in Epta e in Mehits, 85% in Npe e De Rigo, 70% in Clivet e Olis-Polaris Aligroup. A Treviso, nella stessa giornata, si sono raggiunte punte del 95% di adesione in De’ Longhi area produzione e in Electrolux; fra il 90% e l’80% in Breton, Itla, Irca-Rica gruppo Zoppas, Mitsubishi, Menci, TMCI Padovan e Stiga.
Martedì 14 in provincia di Vicenza si sono effettuate le ultime quattro ore di sciopero come da decisione provinciale delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, dopo il primo pacchetto di quattro ore svolte a dicembre. Entrambe le proteste hanno registrato alte adesioni. Nella giornata di martedì 14 ha incrociato le braccia il 90% dei dipendenti in Beltrame, Forgital produzione, Ebara, PM, Ferrari Ventilatori, M&G Italia produzione; dall’80% al 90% in Cestaro Fonderie, Dinoil, Campagnolo produzione, Meccalte, Askoll, Armes e dal 70 all’80% in Ferretto, Fonderie Montorso, Monde, Franklin, Nidec Montebello.
I lavoratori e le lavoratrici delle aziende metalmeccaniche dell’industria della provincia di Rovigo hanno chiuso il 15 gennaio in Veneto la mobilitazione indetta a livello nazionale, registrando lo stop della produzione in Femi Cz, RPM, Cantieri Navali Visentini e Irsap con ASFO e Draxton che hanno raggiunto il 70% di adesione all’astensione dal lavoro. Inoltre, al presidio sotto Confindustria hanno partecipato circa 400 persone.