Pronti a incrociare le braccia le lavoratrici e i lavoratori della Maimeri. Uno  sciopero di otto ore è in programma per giovedì 27 marzo indetto da Filctem Cgil Milano e dalla Femca Cisl Milano insieme alla Rsu aziendale. Al centro della mobilitazione l’ipotesi di chiusura dello stabilimento produttivo meneghino di Mediglia e il conseguente trasferimento delle attività nel Regno Unito.

L’azienda, storica realtà industriale italiana fondata nel 1923 e simbolo dell’eccellenza nel settore dei colori e delle vernici per Belle Arti, potrebbe chiudere nel giro di pochi mesi lo stabilimento, lasciando a casa 43 dipendenti altamente specializzati. La direzione ha motivato la possibile dismissione del sito con le crescenti difficoltà economiche: concorrenza aggressiva da parte di produttori extra-UE, costi doganali in aumento in alcuni mercati e un generale rallentamento della domanda a livello globale.

Durante l’incontro sindacale del 13 marzo scorso, la proprietà – la multinazionale italiana FILA (Fabbrica Italiana Lapis ed Affini), che dal 2014 detiene il 51% delle quote della Maimeri – ha comunicato di star valutando seriamente la possibilità di spostare la produzione nel Regno Unito. L’intenzione sarebbe quella di mantenere in Italia solo il marchio, rinunciando però al cuore produttivo, alle competenze acquisite nel tempo e al legame con il territorio.

“Non possiamo accettare l’ennesima delocalizzazione – dichiarano i rappresentanti sindacali –. La Maimeri non è solo un’azienda, è un patrimonio culturale, industriale e umano. Non possiamo perdere altre professionalità, storie di lavoro e un presidio produttivo così importante per Mediglia e per l’intero Paese”.

Il timore, condiviso da lavoratori e sindacati, è che si stia assistendo all’ennesimo caso di dismissione di un'eccellenza italiana per mere logiche di profitto. “Chiediamo un piano industriale chiaro, investimenti certi e una strategia di rilancio che valorizzi ciò che Maimeri rappresenta da oltre un secolo per l’arte e per il Made in Italy”, affermano Cgil e Cisl in una nota congiunta.

Le lavoratrici e i lavoratori della Maimeri lanciano un appello alle istituzioni locali e nazionali, al mondo della cultura, ai cittadini e alle cittadine: difendere questo presidio produttivo significa difendere il lavoro, la creatività e l’identità produttiva italiana. Serve uno sforzo collettivo per evitare che domani sia troppo tardi.