Proseguono gli incontri dei sindacati delle costruzioni di Cgil-Cisl-Uil con i gruppi parlamentari, in vista dello sciopero generale del settore proclamato per il 15 marzo, con una manifestazione nazionale a piazza del Popolo. La scorsa settimana, una delegazione unitaria di Feneal, Filca e Fillea ha incontrato il capogruppo di Leu, mentre oggi ha reso visita al capogruppo del Pd, Graziano Delrio. “Abbiamo spiegato le ragioni dello sciopero generale – si legge in una nota delle tre sigle di categoria – e consegnato a Delrio la piattaforma che mesi fa abbiamo presentato al governo, contenente proposte concrete e fattibili per difendere il lavoro che c’è e per crearne di nuovo, per far ripartire il settore nel segno della qualità”.
"Siamo di fronte alla più grave crisi dal dopoguerra – proseguono i sindacati –, che nel nostro settore ha mandato a casa 600.000 lavoratori e chiuso 120.000 aziende. Ma da parte del governo non arrivano risposte efficaci per invertire la tendenza, che ancora porta il segno meno anche nelle previsioni per il 2019. Non solo, le misure previste dalla legge di Bilancio 2019 non faranno altro che accentuare tale stato di crisi, fino al rischio del collasso del settore”. Condividendo le preoccupazioni dei sindacati, il capogruppo ha espresso la sua piena solidarietà, confermando la propria presenza in piazza e assicurando l’impegno del Pd a sostegno della piattaforma Feneal, Filca e Fillea.
"Il Partito democratico è a fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese del settore, e sta incalzando il governo perché chiuda con la 'politica del no' e della propaganda", ha commentato il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio: "L'esecutivo deve rendersi conto che sta trascinando il Paese verso una nuova crisi economica e sociale, e mettere in campo le azioni necessarie per far avanzare il piano da 130 miliardi per le infrastrutture predisposto dai nostri governi". Graziano Delrio ha poi sottolineato che "i cantieri in tutto il Paese sono fermi. Non si tratta solo della Torino-Lione, ma anche della Asti-Cuneo, del passante di Bologna, della Gronda di Genova, della Campogalliano-Sassuolo, solo per citarne alcuni. Questa inerzia del governo sta mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni, oltre a danneggiare l'intera economia nazionale, con allarmanti conseguenze sui livelli occupazionali".