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È stata di oltre il 90% l’adesione dei dipendenti del British Council allo sciopero delle tre sedi di Milano, Napoli e Roma, contro la minaccia di 19 licenziamenti da parte dell'istituto. Ne dà notizia la Flc Cgil nazionale. Lo sciopero di oggi, 20 marzo, è inserito all’interno di una mobilitazione che prevede l’astensione dal lavoro anche per l’intera giornata del 28 marzo e del 6 aprile.
Forte partecipazione ai presìdi organizzati dalla Flc Cgil a Roma, davanti alla sede del British Council e a Milano, in via Croce Rossa. La procedura di licenziamento collettivo è stata avviata il 20 febbraio scorso e a seguito di essa la Flc nazionale ha chiesto l’avvio del confronto previsto dalla legge, iniziato il 28 febbraio e tuttora in corso.
Durante l’incontro tra parte sindacale e parte datoriale svolto nella sede romana del British Council in contemporanea con la protesta in piazza delle lavoratrici e lavoratori in sciopero, la delegazione sindacale ha chiesto il ritiro complessivo dei licenziamenti mettendo in campo soluzioni diversificate per offrire opportunità di lavoro nelle nuove posizioni individuate nel piano industriale al personale dichiarato in esubero e la ricollocazione in posizioni fungibili. La Flc ha chiesto, inoltre, un significativo aumento degli incentivi all’esodo rispetto a quanto offerto dal British Council nell’incontro dell’11 marzo scorso.
“Abbiamo riscontrato la disponibilità del British Council a valutare le proposte avanzate e ne verificheremo l'esito nei prossimi incontri in vista dello sciopero del 28 marzo – conclude la nota –. Esprimiamo grande soddisfazione per la partecipazione convinta del personale allo sciopero e ai presidi e ringrazia i lavoratori e le lavoratrici non coinvolti nella procedura di licenziamento per la solidarietà espressa attivamente”.