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Prove di dialogo, ma con poco successo, tra ex Ilva e sindacati, alla vigilia dello sciopero di 24 ore proclamato a Taranto per domani (venerdì 4 settembre), cui seguirà quello di lunedì 7. A motivare le due giornate di stop, indette da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nei reparti Produzione lamiere 2 e Laminatoio a freddo, è la riduzione del personale tecnologico decisa dalla multinazionale, scelta assunta malgrado "accordi pregressi, confermati successivamente anche dalla stessa Arcelor Mittal durante la fase del subentro avvenuta con il day one". I sindacati (che sul tema hanno già interpellato Inps e Ispettorato del lavoro) accusano l'azienda di aver abolito il cosiddetto "rimpiazzo", generando di fatto "un ricorso programmato allo straordinario", pur in presenza di dipendenti in cassa integrazione per Covid. Le sigle metalmeccaniche ritengono "inaccettabile l'atteggiamento della multinazionale che ormai da tempo ha come unico obiettivo il pareggio di bilancio che, oltretutto, è facilmente raggiungibile se si continua a tagliare sul personale, sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie".
Tornando alle prove di dialogo, si è tenuto mercoledì 2 settembre a Roma un incontro tra l'amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli me i segretari generali di Fiom, Fim e Uilm. “Vista la situazione delicata di questa fase l'azienda ci ha chiesto di ristabilire delle relazioni sindacali, anche se non sappiamo nulla del futuro, soprattutto non sappiamo se Arcelor Mittal ci sarà ancora in Italia dopo novembre”, ha commentato la leader dei metalmeccanici Cgil Francesca Re David: "C'è un tavolo aperto al ministero dello Sviluppo economico ormai da due anni, ma le relazioni sindacali non ci sono perché non ci sono gli incontri ai ministeri". L'esponente sindacale ha rilevato che "negli stabilimenti c'è sicuramente caos, tanta gente è in cassa integrazione e c'è conflittualita". Il punto che abbiamo posto, ha così concluso, è che l'azienda "deve avere rapporti proficui con i territori, con le strutture sindacali e con i delegati. Rapporti che sono stati carenti in tutti questi mesi, tanto che ci sono degli scioperi indetti nei prossimi giorni".
Sempre nella giornata di mercoledì 2, l’amministratrice delegata di Arcelor Mittal ha incontrato anche il governo, sulla questione irrisolta dell’indotto. Le imprese di Confindustria Taranto che vantano crediti nei confronti dell’ex Ilva sono 76 e hanno visto le fatture emesse scadere, senza alcuna risposta. Forniture fatte alla multinazionale per 38 milioni di euro e mai pagate, con una pratica sistematica - denunciano le aziende - che sta portando al tracollo molti impianti del siderurgico. Da parte sua, Morselli (secondo quanto riportano gli organi di stampa) avrebbe sottolineato che "questa cifra non è grandissima come dimensioni, se alcune cose non sono andate avanti forse è dipeso da burocrazia pura" e che, comunque, se "ci sono dei problemi, si possono risolvere". Il governo (presente all'incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco e con la sottosegretaria allo Sviluppo economico Alessandra Todde) si è impegnato a costituire una specifica "cabina di regia" sui ritardi nei pagamenti dei fornitori, la cui prima riunione dovrebbe tenersi venerdì 11 settembre.