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L’orario di lavoro per l’inventario nel negozio Pittarello del centro commerciale di Sassari è un trattamento riservato a pochi punti vendita della catena diffusa in tutta Italia. Normalmente si fa la sera dopo la chiusura, due volte all’anno. A Sassari invece, secondo l’azienda, otto dipendenti si sarebbero dovuti presentare alle quattro del mattino, il giorno dopo Capodanno, e inabissarsi fra gli scaffali di scarpe illuminati al neon mentre fuori non era nemmeno l’alba.
La comunicazione è deflagrata prima di Natale sulle e-mail degli otto prescelti, gettandoli nel panico: una novità inspiegabile in un negozio dove i turni notturni non esistono e arrivare alle 4 del mattino con i mezzi pubblici, utilizzati da molte lavoratrici e lavoratori, è praticamente impossibile, oltre che pericoloso perché non c’è vigilanza. Ma poi, perché? Per fare un inventario che può benissimo essere programmato in orari consoni, senza alcun disagio per nessuno, dipendenti e azienda.
Maria Teresa Sassu, Filcams Cgil Sassari: “Sciopero unica risposta possibile”
La segretaria della Filcams Cgil di Sassari, Maria Teresa Sassu, ha preso in mano la prima vertenza del 2024 con il piglio di chi non cede una virgola davanti a pretese assurde quanto lesive delle lavoratrici e dei lavoratori: “Lo sciopero era l’unica risposta possibile davanti alla prepotenza dell’azienda”. E così è stato. Hanno aderito tutti, tranne tre dipendenti part time con contratti in scadenza che, come è ovvio, subiscono il ricatto del lavoro precario. Alle 4 del mattino la conta dei colli e delle giacenze è stata fatta grazie ai rinforzi provenienti da Cagliari: si è scomodato persino il capo area di Sardegna e Abruzzo, insieme a tre dipendenti in trasferta dal punto vendita nel Sud dell’Isola, per sostituire i colleghi in sciopero. “È un comportamento antisindacale, lesivo del diritto di sciopero, faremo causa”, avverte la segretaria Filcams Cgil.
Fausto Durante, Cgil Sardegna: “È inaccettabile, le lavoratrici e i lavoratori sono esseri umani, non macchine”
Cosa realmente abbia portato la Pittarello a scegliere un orario così infelice per l’inventario non è chiaro. Chiamato al telefono da Maria Teresa Sassu, il capo area ha detto che si trattava di tempi legati alla sincronizzazione con il server centrale. Una giustificazione senza fondamento, secondo il sindacato, mobilitato a tutti i livelli: “È inaccettabile – ha detto il segretario della Cgil Sardegna, Fausto Durante –, le lavoratrici e i lavoratori sono esseri umani, non macchine, c’è bisogno di rispetto per le loro esigenze e i ritmi di lavoro, e c’è bisogno di responsabili aziendali che abbiano senso della misura e ragionevolezza”.
E invece, una certa irragionevolezza sembra aleggiare sullo store della Pittarello di Sassari: ai tavoli di confronto nazionali è stato più volte indicato come un modello da replicare mentre proprio ora parrebbe interessato a una ipotetica e imminente rivisitazione degli orari di lavoro: ad esempio, dal tempo continuato a quello spezzato che tanti disagi crea alle lavoratrici e ai lavoratori.
“Perché mai dovrebbe essere cambiato, proprio adesso – osserva la segretaria Filcams Cgil – un modello che viene portato ad esempio per gli ampi margini di fatturato e la capacità organizzativa che produce scarsissimo assenteismo e tanta proficua collaborazione?”.
Una domanda che al momento – escludendo categoricamente che si possa trattare di una ritorsione per le vicende legate all’inventario a notte fonda e al conseguente sciopero – non ha alcuna risposta.