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Ammonta a 8 miliardi di euro il valore delle esportazioni marchigiane nel periodo gennaio-marzo 2023. La tendenza registra un significativo incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+101,9%). Una crescita superiore sia rispetto a quella registrata dalle altre regioni del Centro (+20,3%) sia dall’Italia nel complesso (+9,8%).
Tuttavia, se si escludono la farmaceutica e la produzione di navi e imbarcazioni, che hanno dinamiche specifiche, i volumi complessivi di export nelle Marche nei primi tre mesi del 2023 ammontano all’incirca a 3,1 miliardi di euro, con una crescita di 193 milioni rispetto al 2022, pari a +6,5%, incremento minore rispetto al dato italiano (+9,1%). A eccezione della gomma-plastica, tutti i settori hanno registrato un aumento. Nella meccanica, gli elettrodomestici registrano invece una flessione.
Secondo Marco Amichetti, Ires Marche, “il dato depurato da settori non riconducibili alle attività manifatturiere marchigiane tradizionali e che compongono la spina dorsale della nostra economia mettono in risalto una crescita ancora buona ma inferiore rispetto al dato nazionale. Infatti, in Italia, l’export depurato dei due settori segna una crescita vicina al 9%, quindi cresciamo ma meno della media nazionale”.
Dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche: “i dati dell’export vanno seguiti con grande attenzione perché, a fronte di una tenuta ancora buona dell’export marchigiano nel primo trimestre, già in questo secondo trimestre e per tutto l’anno rischiano di crescere i condizionamenti dell’inflazione sia sul mercato interno sia su quello europeo e degli Usa. L’aumento del costo del denaro, praticato dalla Federal Reserve e dalla Bce, avrà delle ripercussioni sulla capacità di spesa delle famiglie e rischia di mandare in crisi la domanda”.