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L'Aiop Lazio ha annunciato di non voler apporre la firma definitiva sulla preintesa sottoscritta il 24 giugno scorso da tutte le associazioni imprenditoriali, fra cui Aiop nazionale. “Un atto vergognoso sul piano morale e di aperta ostilità verso lavoratori che aspettano un rinnovo da 14 anni. I patti si onorano, Aiop Lazio dimostra una volta di più di comportarsi come il peggior datore di lavoro. Rifiutiamo questo gioco d’azzardo, prepareremo una reazione durissima”. Questa la risposta di Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini (Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio) dopo che all’incontro seguito alla manifestazione di questa mattina ha annunciato la sua decisione.
La scusa, comunicata senza mezzi termini alla delegazione di Cgil Cisl Uil, "è la poca fiducia che l’Aiop regionale riporrebbe nell’impegno delle istituzioni regionali rispetto all’incremento di tariffe e budget per il finanziamento dei servizi alla salute. Motivazione che però sembra nascondere le vere mire degli imprenditori: incassare risorse pubbliche fresche prima di rispettare il contratto. Un velato ricatto che rischierebbe di portare all’impasse il sistema sanitario regionale, di cui la sanità accreditata rappresenta il 40%, e di mettere in gravissima difficoltà i 25mila operatori che, insieme ai colleghi delle strutture pubblicche, hanno fin qui tenuto in piedi le prestazioni di cura e assistenza anche durante la pandemia e nonostante i diritti negati".
“Chi fa servizio pubblico non può fare dumping. Chi è pagato con soldi dei contribuenti deve essere in regola con le leggi e con i rinnovi di contratto e deve rispettare il diritto dei lavoratori al sacrosanto aumento salariale e alle tutele”, mettono in chiaro Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “La Regione Lazio deve intervenire subito: bisogna fare chiarezza, una volta per tutte, sulle conseguenza che devono ricadere su chi non onora le regole basilari del Ssr. Non ci può essere accreditamento con il sistema pubblico per chi vuole giocare e arricchirsi illegittimamente sulle spalle dei propri dipendenti e dei cittadini”.
“I lavoratori della sanità privata si sono stra-guadagnati un rinnovo che li vede indietro di 4 tornate contrattuali. Hanno dato prova di fronte a tutta la comunità di uno spirito di servizio e di un senso di responsabilità straordinario. Le loro professionalità sono insostituibili e deve essere garantito il riconoscimento economico e contrattuale che è dovuto loro. La Regione Lazio, che ha competenza esclusiva sulla regolamentazione e il finanziamento del Ssr, non può restare a guardare”, concludono i segretari regionali di categoria. “L’accordo nazionale prevede che entro luglio i lavoratori della sanità privata abbiano un nuovo contratto. Se così non sarà, prepareremo una lotta senza quartiere contro questa vergogna e questa ingiustizia”.