"La notizia della definizione di un percorso condiviso tra Confcommercio e Federdistribuzione, in merito all'assistenza sanitaria integrativa, è positiva e va sostenuta come parti sociali firmatarie dei contratti". Questa, la dichiarazione di Filcams, Fisascat e UIltucs, che ritengono una scelta giusta, quella volta alla possibilità di utilizzare le competenze, le dimensioni e le performance oggi garantite dai fondi Est e Quas per erogare prestazioni sanitarie integrative alle lavoratrici e ai lavoratori del settore, appartenenti alle piccole, medie e grandi imprese.
L'intesa, come sostenuto dai sindacati, mostra che è possibile, pur nel rispetto delle autonomie associative, prevedere una razionalizzazione e mettere in condivisione strumenti di derivazione contrattuale a supporto del welfare.
"Anche il tavolo tecnico fra le due associazioni datoriali – proseguono i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali, Maria Grazia Gabrielli, Davide Guarini e Brunetto Boco –, finalizzato, da quanto si è appreso, a costruire approfondimenti e analisi comuni, in merito al settore distributivo, può essere considerato un buon viatico al confronto".
"Il settore distributivo vive una fase di ulteriori trasformazioni, legate alla crisi e all'evoluzione dei formati distributivi, all'innovazione tecnologica, alla concorrenza ancora condizionata da competizione sui costi, che vede alimentare il rischio di dumping nel mercato, a partire dal dumping contrattuale. Siamo anche alla soglia di un'importante scadenza, come quella dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro, applicati a oltre 2,5 milioni di addetti. Auspichiamo che il confronto tra Confcommercio e Federdistribuzione sia di supporto alla costruzione di un dialogo più inclusivo fra tutti gli attori del settore, perché il futuro negoziato sul ccnl non sconti divisioni e ritardi che impatterebbero negativamente sulle lavoratrici e i lavoratori del terziario", rilevano le tre sigle di categoria.