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"Dopo più di un anno dall’indizione della gara per i servizi di Cup, cassa, front office dell’Ulss 3 Serenissima, poi ritirata, proprio grazie alle denunce della Cgil sui rischi occupazionali e per i servizi, siamo ancora nell’incertezza per il futuro di più di 400 dipendenti delle cooperative e ditte in appalto. Sono lavoratori che prestano servizio anche da molti anni e che oggi rischiano il posto di lavoro; una condizione inaccettabile, su cui vogliamo risposte immediate", dichiarano Monica Zambon, della Cgil Venezia, Caterina Boato, della Filcams e Daniele Giordano, della Fp Cgil.
"Questi lavoratori rappresentano ormai una parte essenziale dei nostri servizi socio sanitari e la confusione gestionale determinata dalla precedente Direzione Generale non può ricadere ne sui lavoratori ne sui cittadini. Basti pensare - proseguono i sindacalisti - che anche a supporto degli appalti dei servizi ordinari, sono nati anche tanti appalti per affrontare l'emergenza pandemica, dalle nostre stime ulteriori 300 lavoratori, che hanno creato occupazione precaria e che ora rischia di perdere anche questo posto di lavoro, parliamo dei punti vaccinali, dei punti tampone o del servizio di tracciamento dei contatti dei positivi che include la gestione del numero verde e le problematiche relative alla riattivazione dei green pass, in seguito a negativizzazione".
"Come Cgil, Filcams e Fp, in quest’anno abbiamo avuto tavoli e incontri con la Regione e con la direzione dell’Ulss, che nel mentre è cambiata, e in seguito al confronto la gara è stata ritirata anche perché, a causa dell’emergenza pandemica, non rispecchiava più le esigenze di servizio dell’azienda sanitaria dell’Ulss 3 Serenissima; ci sono state varie proroghe dell’appalto in essere, di cui l’ultima di soli due mesi che scade tra qualche giorno, il 28 febbraio, e, ad oggi, però, non c’è l’ombra né di proroghe né dell’indizione della nuova gara", rilevano ancora i dirigenti sindacali.
"La direzione dell’Ulss con una delibera di novembre ha istituito due commissioni tecniche proprio “ai fini della valutazione delle iniziative da intraprendersi per soddisfare i fabbisogni di servizi amministrativi emersi ed emergenti ed eventualmente alla predisposizione dei necessari atti”. Ad oggi, però, nonostante le continue richieste d'incontro e le promesse di aggiornamento non ci sono certezze per questi lavoratori che come tutto il personale sanitario è stato in prima linea durante tutta la pandemia e spesso hanno rappresentato il primo contatto che i cittadini hanno quando hanno bisogno di cure", aggiungono i sindacati.
"L’ultima legge di Bilancio ha previsto la necessità di rafforzare strutturalmente il sistema sanitario ed è stata prevista la possibilità di concorsi con posti riservati al personale sanitario e socio-sanitario che ha svolto il proprio lavoro in appalto. Riteniamo sia una scelta sbagliata non aver incluso il personale amministrativo, perché tanti sono i servizi amministrativi appaltati e coinvolgono centinaia di lavoratori.
Senza un confronto urgente e un intervento da parte di Regione e Ulss verrà indetto lo stato di agitazione del personale le cui ricadute ricadranno inevitabilmente sulla cittadinanza. Vogliamo risposte concrete - concludono Zambon, Boato e Giordano -, a tutela dei lavoratori e del servizio essenziale che erogano".