Strage sul lavoro. Tre morti in una manciata di ore. Nello spazio di mezza giornata, tra la serata di ieri, 24 marzo, e la mattina di oggi le agenzie hanno battuto la cronaca dei tre decessi. Secondo i dati mensili di gennaio scorso, gli ultimi disponibili dell’Inail, impennata delle denunce dei casi mortali: 45 in occasione di lavoro (+36,4% rispetto alle 33 di gennaio 2024) e 14 in itinere (+16,7% rispetto alle 12 registrate a inizio dell'anno scorso).

Pordenone, operaio 22enne muore in seguito all’esplosione di uno stampo

Infortunio mortale sul lavoro nella notte in Friuli. Un giovane di 22 anni, Daniel Tafa, ha peso la vita nella fabbrica Stm di Molino di Campagna, in provincia di Pordenone. L’azienda è specializzata nella lavorazione dell’acciaio a caldo. Secondo una prima ricostruzione al vaglio degli inquirenti il giovane sarebbe stato colpito alla schiena da un frammento metallico mentre lavorava vicino a uno stampo che sarebbe esploso provocandogli gravissime lesioni interne

All’arrivo dei sanitari allertati dai colleghi di lavoro con automedica e ambulanza il giovane è stato trovato in arresto cardiaco. Le prolungate manovre di rianimazione si sono rivelate purtroppo vane, l’uomo è deceduto. Sul posto i Vigili del Fuoco, i carabinieri di Spilimbergo e il personale dello Spisal (Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro). Il corpo è stato posto a disposizione dell’Ag di Pordenone.

Piga, Cgil FVG, e Marcon, Cgil Pordenone: “ Servono leggi, più vigilanza e investimenti sulla sicurezza”

“Reagiamo con dolore e rabbia alla notizia dell’ennesima morte sul lavoro, resa ancora più tragica dalla giovanissima età della vittima. È alla sua famiglia, agli amici e ai colleghi di Daniel Tafa che va il primo pensiero e il cordoglio di tutta la Cgil”, hanno scritto in una nota Michele Piga e Maurizio Marcon, segretari generali della Cgil FVG e della Cgil Pordenone.

Dinanzi a fatti come questi il cordoglio non basta. Al di dà della scontata esigenza di far luce sulla dinamica dei fatti, questa nuova tragedia del lavoro chiama in causa la coscienza e le responsabilità di tutti. Se sul lavoro si continua a morire è perché manca una vera cultura della sicurezza, manca formazione, manca una capillare attività di vigilanza, anche a causa delle carenze di organico nei servizi delle aziende sanitarie preposti alla sicurezza degli ambienti di lavoro. Morire sul lavoro è inaccettabile. Ecco perché si può e si deve fare di più in termini di leggi, di dotazioni adeguate del personale ispettivo e di investimenti su salute e sicurezza”.

Napoli, operaio 51enne muore incastrato in un macchinario nell’azienda di smaltimento rifiuti dove lavorava

Nicola Sicignano, 51 anni, è morto mentre lavorava in una azienda di smaltimento rifiuti. L’incidente – si legge sui media online locali – si è verificato nella serata di ieri, 24 marzo, a Sant’Antonio Abate, nel Napoletano. L’operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro. L’area dove è avvenuto l’incidente è stata sequestrata e messa a disposizione del pm.

Ricci, Cgil Napoli e Campania: “Leggi e misure concrete per fermare la mattanza. In Campania 5 vittime dall'inizio dell'anno”

“La strage dei morti sul lavoro non si ferma. Oggi registriamo tre vittime in poche ore nel nostro Paese. In Campania siamo già a quota cinque dall’inizio dell'anno. L'ultimo, questa mattina a Sant'Antonio Abate”. É quanto afferma il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. “La nostra richiesta – precisa Ricci – è sempre la stessa: servono leggi e misure concrete per fermare questa mattanza. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità di tutte le istituzioni. Pochi giorni fa – aggiunge – abbiamo avuto in Prefettura un ulteriore incontro sui temi della sicurezza, l’azione di prevenzione va incrementata e resa più incisiva”.

“Come Cgil – continua il segretario – siamo in campo con i nostri referendum, sui quali gli italiani saranno chiamati a esprimersi l'8 e 9 giugno, per abrogare quelle leggi che non tutelano la vita di lavoratrici e lavoratori. Abbiamo posto il tema della responsabilità dell’intera filiera, bisogna perseguire le società fantasma che hanno pochi dipendenti, che non hanno una storia, che sfuggono a ogni controllo, alle leggi e alle normative. É grave questa mancanza di sensibilità da parte del governo, non basta più la sola denuncia”.

Orvieto, operaio 38enne muore travolto da autocarro mentre lavora in A1

Un operaio di 38 anni è morto investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nei pressi di Orvieto dove era residente. Era dipendente di una ditta del posto impegnata in
interventi di manutenzione in autostrada. L'operaio si trovava sulla carreggiata ed è stato investito dal un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. Sul posto anche personale e dirigenti sia della ditta presso cui lavorava l’operaio e di Autostrade per l’Italia.

Cgil: “Strage non si ferma con interventi burocratici. Referendum 8 e 9 giugno per chiedere più sicurezza”

“Tre operai di 22, 38 e 50 anni sono le ultime vittime di una strage infinita sul lavoro. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici”. Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, in merito ai tre infortuni mortali delle ultime ore, in provincia di Napoli, Pordenone e Terni.

Per la dirigente sindacale “la svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto. Con i referendum sul lavoro dell’8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà. Senza questo cambio di paradigma – conclude Re David – la strage non si fermerà”.