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Nella giornata di oggi, i lavoratori dei quattro siti produttivi della Sanac di Gattinara Vercelli, di Vado Ligure, di Massa e di Assemini Grogastu hanno manifestato davanti ai cancelli delle sedi e sosto le prefetture di appartenenza, per rivendicare la possibilità di tornare a lavorare regolarmente e risolvere definitivamente l’annosa vertenza relativa all’acquisizione della stessa Sanac. Ricordiamo che il gruppo, da sempre, è stato legato alle vicissitudini della siderurgia nazionale, in particolar modo all’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, per il quale riforniva materiali refrattari per i processi produttivi.
“La Sanac è oggi un’azienda in amministrazione straordinaria governata da commissari nominati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Acciaierie D’Italia è un’azienda partecipata dallo stato attraverso Invitalia. Sanac vanta 23 milioni di credito pregresso da Acciaierie d'Italia che, non solo ritarda il saldo dei debiti, ma per una politica incomprensibile non acquista refrattari dalla stessa Sanac da più di un anno. Un cortocircuito che ha amplificato il ricorso agli ammortizzatori sociali creando i presupposti per cui un’azienda partecipata dallo Stato penalizza un’azienda controllata dallo Stato”. Scrivono le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil spiegando le ragioni della mobilitazione.
“Il 7 novembre scorso sono scaduti i termini di presentazione delle manifestazioni di interesse dell’ennesimo bando di gara per l’acquisizione dell’intero gruppo. Ad oggi, ancora non sono pervenute informazioni certe sull’esito del bando, I passi successivi saranno l’interlocuzione con l’azienda che dovrà illustrare ufficialmente i contenuti e la sostenibilità delle offerte avanzate e l’attesa convocazione al ministero delle imprese e del made in Italy - richiesta con una lettera unitaria inviata al ministro Urso lo scorso 27 ottobre fanno notare i sindacati -, l’ufficio che ha il compito di sovraintendere e di governare questa delicata fase di passaggio riguardante un importante settore della siderurgia italiana. Medesimo ufficio che dovrà garantire il buon esito della gara e la cessione a un soggetto industriale, salvaguardando una impresa a totale capitale italiano, con tecnologie italiane e con impianti solo in Italia. In mancanza di risposte continueremo in altre forme il nostro percorso rivendicativo”, hanno concluso le tre sigle di categoria.