PHOTO
Affrontare la salute e la sicurezza con un’ottica di genere è l’unico modo per rendere migliori, per tutte e tutti, le condizioni di lavoro. Ed è un modo concreto e tangibile per mettere al centro i diritti e le tutele delle donne. Per questo la Cgil ha dato vita a un grande lavoro collettivo che ha portato a realizzare un
vademecum per rafforzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e un volume dal titolo Che genere di salute e sicurezza sul lavoro. I rischi per la salute delle donne.Un impegno che ha visto tutta la Cgil impegnata in un lavoro diffuso e protratto nel tempo perché l’impegno a favore delle lavoratrici non sia solo uno spot il 25 novembre ma un impegno strutturale che porti un reale cambiamento.
RE DAVID: NULLA è NEUTRO
Perché, come ha ricordato la segretaria confederale Francesca Re David, “cambiare le condizioni di lavoro, a partire da ritmi, turni e orari, in modo che siano compatibili con le esigenze delle donne; intervenire sui carichi di lavoro fisici e mentali e sugli ambienti di lavoro perché tengano conto della diversa fatica; costruire consapevolezza e legami con il territorio per affrontare molestie e violenze” è necessario e non più rinviabile.
“La Cgil è da sempre impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne – ha ricordato Giorgia Fattinnazi, responsabile contrasto alla violenza di genere Cgil nazionale - lo siamo nei territori, nelle categorie, lo siamo come confederazione ma dove noi possiamo agire davvero sono i posti di lavoro. Per questo abbiamo scelto, invece di un evento singolo in occasione del 25 novembre, di promuovere questo lavoro, lungo e strutturato, che posizionasse la nostra organizzazione come un argine al tema delle molestie e della violenza sulle donne nel mondo del lavoro, un lavoro collettivo che deve diventare patrimonio per tutta l’organizzazione, per essere un vero argine a questo fenomeno”.
“Il primo fattore che emerge nei rischi psico sociali e in particolare sulle molestie nel posto di lavoro – ha proseguito - è la difficoltà di riconoscerle sia per chi vive quella condizioni che per chi le dovrebbe rappresentare, è un tema molto difficile. Il Paese con il più alto numero di denunce per molestie sul posto di lavoro è la Germania, un dato che mi ha colpito ma il motivo è banale: è alto sia il livello di consapevolezza delle lavoratrici sia la fiducia nelle istituzioni a cui si possono rivolgere”. Ed è su questo che bisogna lavorare: sviluppare consapevolezza, conoscenza del fenomeno e prevenzione.
IL VADEMECUM E L’APP
I due volumi sono stati presentati a Bologna in occasione del Salone Ambiente Lavoro, in due incontri durante i quali è emersa la necessità di sviluppare una consapevolezza e una conoscenza ampia per avere gli strumenti per affrontare problematiche connesse tra loro: dai rischi fisici ai rischi psico sociali che racchiudono anche le molestie e la violenza sul lavoro. E per farlo la Cgil vuole rafforzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, per questo nasce il vademecum e l’app collegata, per fornire una cassetta degli attrezzi che attraverso un percorso di formazione possa sviluppare competenze e conoscenze specifiche.
Ad aprire il primo incontro a Bologna, dedicato alla presentazione del Vademecum, è stato il segretario della Camera del lavoro metropolitana di Bologna, Michele Bulgarelli. A seguire Sebastiano Calleri, responsabile nazionale Cgil Salute e Sicurezza sul Lavoro, ha presentato il lavoro svolto e l’esperienza dei gruppi di lavoro. Tra gli interventi Marco Vitelli, Fp Cgil Nazionale; Aristide Capra, responsabile sportello sicurezza Cdlm di Genova; Andrea Ronchi, avvocato penalista. E poi, ancora Gianluca Scuccimarra di Sintel; Antonio Zoina, Inl Emilia Romagna; Nicoletta Cornaggia, coordinamento tecnico delle Regioni su SSL; Diana Gagliardi dell’Inail.
IL GENERE FA LA DIFFERENZA
Il secondo appuntamento è stato dedicato alle proposte e alle azioni della Cgil a favore del miglioramento della salute e sicurezza in ottica di genere.
Ad aprire il dibattito Cristina Pattarozzi, segretaria della Camera del Lavoro metropolitana di Bologna. A seguire Sara Taranto della Cgil nazionale – curatrice del volume insieme a Sebastiano Calleri - ha fornito una panoramica della situazione e della strada da percorrere.
Spazio poi ai gruppi di lavoro con Daniele Di Nunzio, responsabile Area Ricerca della Fondazione Di Vittorio intervenuto sui rischi fisici; Giorgia Fattinnanzi della Cgil nazionale sui rischi psico-sociali e sulla violenza e le molestie nei luoghi di lavoro. E ancora Paola Rossi del dipartimento Tutela del danno alla persona - Inca Nazionale; Lorenzo Fassina, responsabile Ufficio Vertenze Legali, Cgil nazionale e Simona Marchi, responsabile formazione Cgil e Fdv.
L’evento si è concluso con una tavola rotonda a cui hanno preso parte Lucia Broccoli della sovrintendenza sanitaria centrale – Inail; Oria Gargano, presidente della cooperativa sociale BeFree; Silvana Salerno dell’associazione Internazionale di Ergonomia e Francesca Re David. Tanti i temi trattati dai dati delle lavoratrici che hanno denunciato infortuni o che hanno perso la vita sul lavoro, delle possibili strategie di prevenzione sanitaria. Di come sia necessario avere un approccio che non sia neutro ma al contrario capace di identificare i fattori di rischio diversi a seconda del genere. L’approccio di genere è spesso presente solo nella teoria, nelle leggi, e non nella pratica.