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È stato sottoscritto, presso la Confindustria di Catanzaro, un accordo fra tutte le organizzazioni sindacali regionali e la Sacal Gh, in vista della stagione estiva, per l'immissione in servizio, dal primo aprile, di 25 lavoratori stagionali, impiegati part time al 75% (in totale 50), con ulteriori nuovi ingressi dal mese di giugno.
"Non si è fatto nulla di straordinario, però. Infatti, gli stagionali sono sempre indispensabili per garantire capacità operativa e sicurezza allo scalo di Lamezia terme e al contempo sono fondamentali per garantire il rispetto del contratto nazionale di lavoro; per esempio, in tema del diritto alle ferie dei lavoratori a tempo indeterminato, che in questi anni hanno dovuto sostenere turni faticosi e senza possibilità di avere garantito l’essenziale diritto al riposo, previsto non solo dal contratto, ma anche dalle leggi. Aver recuperato nell’accordo anche solo dieci giorni di ferie, comprensivi dei riposi, è la dimostrazione di come la società continui a trattare le persone che lavorano, di quanto giuste siano le nostre richieste su elementari diritti e di quanto necessario fosse il ricorso al lavoro degli stagionali". Così in un comunicato Nino Costantino, segretario generale Filt Cgil Calabria.
"La dimostrazione più evidente dell’arroganza e della protervia del management è proprio quella che ccnl e leggi dello Stato, che andrebbero automaticamente applicati, sono sottoposti a mediazioni infinite. Restano le richieste, che abbiamo già denunciato: la stabilizzazione almeno di una parte di stagionali, l’applicazione integrale dei contratti nazionali, da cui non si può derogare, il riconoscimento del valore del lavoro. E si rafforza il giudizio su chi aveva il dovere di rappresentare una società che doveva garantire un sistema di mobilità collettivo e pubblico, diritti fondamentali per lavoratori e cittadini, una gestione equilibrata e trasparente che, al contrario, a cominciare dal presidente del cda De Metrio e dal direttore generale Farabbi, ha pensato a tutt’altro. Non siamo stati ancora in grado, per esempio, pur avendone come tutti i cittadini, il diritto, di conoscere i compensi dei dirigenti apicali, anche perché, incomprensibilmente, i dati sono fermi ai predecessori dell’attuale management e non sono aggiornati (come prevede il decreto legislativo 97 del 25 maggio .2016). La Sacal deve garantire trasparenza e democrazia. Fino ad oggi, così non è stato", conclude il dirigente sindacale.