Tre giorni per scegliere chi rappresenterà lavoratrici e lavoratori pubblici nei luoghi in cui si decide ogni giorno la qualità dei servizi per cittadini e comunità. Dal 14 al 16 aprile si torna alle urne per il rinnovo delle rsu – rappresentanze sindacali unitarie. Sarà un appuntamento importante, di grande partecipazione su settori vitali per la nostra democrazia, parliamo di sanità, funzioni locali, funzioni centrali, scuola, università, ricerca e alta formazione artistica e musicale pubblica.

Eppure, in molti ancora sottovalutano l’importanza di questo voto. Non si elegge un Parlamento, ma qualcosa che incide forse anche più da vicino: la possibilità di contare nei processi che determinano orari, carichi di lavoro, diritti, tutele e benessere sul posto di lavoro.

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Chi sono le RSU

Le rsu sono elette direttamente dalle lavoratrici e dai lavoratori. Non sono delegate da vertici sindacali o amministrativi: nascono dal basso, nei luoghi di lavoro. Rappresentano un punto di contatto diretto tra le esigenze quotidiane del personale e i tavoli di contrattazione con le amministrazioni.

Negoziano i contratti decentrati, tutelano i diritti individuali, intervengono su problemi organizzativi, sicurezza, stress lavoro-correlato. E lo fanno con un mandato democratico e trasparente.

Perché votare è importante

Il voto alle rsu non è un atto formale. È una scelta che rafforza la contrattazione, la partecipazione, la rappresentanza. È anche un modo per misurare il radicamento e la forza dei sindacati nei territori e nei settori.

Questa scadenza arriva in un momento cruciale per il lavoro pubblico. Dopo anni di blocchi del turnover, precarietà e tagli lineari, oggi si gioca una sfida nuova: quella di un’amministrazione efficiente, giusta, vicina ai bisogni dei cittadini e rispettosa di chi ci lavora dentro.

Come si vota

Le operazioni di voto si svolgeranno nei luoghi di lavoro, secondo un calendario predisposto localmente. Si vota con una scheda cartacea, barrando il simbolo della lista prescelta. È possibile esprimere una o più preferenze per candidati all’interno della lista.

Possono votare tutti i dipendenti pubblici in servizio, inclusi quelli a tempo determinato. I seggi saranno attivi all’interno delle sedi lavorative per tutta la durata delle elezioni. Le informazioni pratiche – dove e quando votare – sono disponibili tramite le comunicazioni affisse o rivolgendosi alla propria rappresentanza sindacale.

Democrazia quotidiana

Nel tempo dell’astensionismo e della sfiducia, le rsu rappresentano un’esperienza di democrazia concreta, vicina. Non c’è distanza tra elettori ed eletti: spesso sono colleghi di scrivania, di reparto, di ufficio. Ed è proprio questa prossimità a fare la differenza.

Per tre giorni, dal 14 al 16 aprile, lavoratrici e lavoratori pubblici hanno l’occasione di scegliere chi, ogni giorno, si batterà per i loro diritti. Stavolta, davvero, il voto conta.

L’APPELLO DI SORRENTINO (FP) E FRACASSI (FLC)

“Votare significa difendere la democrazia nei luoghi di lavoro – spiega la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino.–. Votare Fp vuol dire votare un sindacato che davvero difende la dignità del lavoro pubblico, lotta per contratti e salari dignitosi, rivendica investimenti nello stato sociale, non si è mai arreso alla svalorizzazione e alla privatizzazione dei settori pubblici”.

“È importante – spiega la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi – andare a votare per dare forza al sindacato, soprattutto in un momento difficile come questo, anche dal punto di vista contrattuale. Chiediamo il sostegno di tutte le lavoratrici e i lavoratori perché siamo l’unico sindacato che si sta opponendo alle controriforme del governo”.