Si sono rotte giovedì 13 giugno le trattative per scongiurare i 61 licenziamenti (su 179 dipendenti) alla Flowserve Valbart di Mezzago (Brianza). Da oggi (giovedì 20 giugno) l’azienda del settore oil & gas (produce e commercializza valvole a sfera e attuatori di potenza fluida, a gas e idraulici) potrà dunque procedere con i licenziamenti (di cui l'85% nell'area produzione e business) annunciati il 5 aprile scorso.

Non è la prima volta che la multinazionale statunitense procede a drastiche riorganizzazioni. Nel 2020 aveva aperto una procedura di licenziamento collettivo per 60 addetti: si era poi raggiunto un accordo sindacale con incentivi all'esodo per il personale vicino al pensionamento e la non opposizione al licenziamento per le eventuali uscite, che complessivamente furono 45.

Il commento della Fiom Cgil

“Quanto è accaduto il 13 giugno presso il tavolo istituzionale in Regione Lombardia è gravissimo”, commenta la Fiom Cgil Brianza: “Uno schiaffo ai lavoratori, alle istituzioni, alle forze politiche e alle organizzazioni sindacali che per oltre due mesi si sono battuti per la tutela dei lavoratori del sito”.

La Fiom territoriale evidenzia che “ancora una volta un'azienda multinazionale ha deciso di delocalizzare la produzione di parte degli attuatori e dell’intera attività produttiva delle valvole in India e in altri Paesi del Sud-Est asiatico, lasciando invece in Italia decine di licenziamenti”.

E rileva che “nonostante gli appelli e le disponibilità di interlocuzione date dalle istituzioni, dalla IV Commissione di Regione Lombardia e dalle forze politiche sugli sviluppi industriali, sugli ammortizzatori sociali, sulla formazione e sulle politiche attive, l'azienda procede sulla propria strada”.

“Questa mattanza nel nostro Paese deve finire”, afferma Adriana Geppert (Fiom Cgil Brianza): “Le multinazionali parlano di responsabilità sociale d’impresa, di dialogo con i lavoratori e con le loro rappresentanze sindacali, e poi licenziano buttando in mezzo a una strada decine di lavoratori e le loro famiglie”.

Geppert così conclude: “Tutto questo mentre il ceo di Flowserve Corporation invia messaggi a tutti i dipendenti, compresi coloro che vogliono licenziare, vantando un andamento ottimo delle attività e dei risultati finanziari nel primo trimestre 2024 e prevedendo una chiusura del 2024 in crescita di due cifre rispetto all'anno precedente. Tutto questo è ingiusto. Le lavoratrici e i lavoratori si organizzeranno per impugnare i licenziamenti e proseguire la loro battaglia legalmente, con il supporto della Fiom Cgil”.