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Altri due morti sul lavoro, in meno di 24 ore, per caduta dall’alto: un giovane di 21 anni caduto dal nastro trasportatore, in un’azienda di lavorazione del legname, dove era salito per cercare di togliere un pezzo di legno rimasto incastrato nel macchinario. L’altro un operaio di quasi 50 anni caduto dal tetto di una villetta.
“Si continua a morire come 50 anni fa e le dinamiche sono sempre le stesse, nonostante sul piano normativo siano stati fatti grandi passi avanti.” – dichiara Benedetto Truppa, segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio –. A norme più stringenti, come l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e della patente a punti, con cui valorizzare e qualificare le imprese che investono sulla salute e sicurezza e penalizzare chi non lo fa, al potenziamento dell’organico del Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro e dell’Ispettorato nazionale del lavoro occorre affiancare un grande lavoro culturale.”
“Sugli incidenti mortali – prosegue Truppa – ci sembra di assistere a una certa assuefazione e a un atteggiamento fatalista. Le morti sul lavoro non sono un fenomeno inevitabile. Sono il risultato di scelte sbagliate pur di massimizzare i profitti: dell’utilizzo d’impalcature vecchie e inadeguate pur di aprire i cantieri, dell’impiego di personale non sufficientemente formato, dei carichi di lavoro eccessivi e di un’organizzazione del lavoro che non mette al centro la salute e la sicurezza delle persone.”
“Il 22 ottobre - conclude Truppa – saremo unitariamente in piazza Santi Apostoli, dalle ore 10, per riaffermare la centralità della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro come pilastro per il rilancio del Paese, come stiamo facendo in questa settimana di assemblee unitarie sui luoghi di lavoro.”