PHOTO
Mercoledì 27 settembre è la Giornata mondiale del turismo. Una ricorrenza istituita dall'Unwto, l'Organizzazione mondiale del settore, e celebrata per la prima volta nel 1980. L'obiettivo è ricordare che il turismo ricopre un ruolo fondamentale per lo scambio di persone a livello globale, permettendo il contatto tra culture, tradizioni, stili di vita differenti in uno scambio fertile che arricchisce gli individui e i Paesi. Ma non bisogna dimenticare che gli attori principali del turismo sono coloro che lo rendono possibile: i lavoratori. Proprio agli uomini e donne che operano nel settore la Filcams Cgil dedica una lunga campagna, "Mettiamo il Turismo SottoSopra", che attraversa l'Italia durante l'estate e non solo per chiedere il rispetto dei diritti. In occasione della Giornata mondiale 2023, abbiamo fatto il punto con la segretaria nazionale della Filcams, Monja Caiolo.
"La stagione estiva si è conclusa, ma la nostra campagna continua - esordisce -, stiamo andando in giro per l’Italia con i camper con un duplice obiettivo. Il primo scopo è raggiungere le lavoratrici e i lavoratori del turismo proprio nei luoghi di lavoro, parlare con loro, renderli informati dei diritti e quindi difenderli. L’altro obiettivo è portare alle istituzioni, nazionali e locali, la nostra proposta: un nuovo modello occupazionale per il settore, che va costruito attraverso la qualità del lavoro e condizioni dignitose". Il camper di "Mettiamo il Turismo SottoSopra" è partito il 15 giugno da Bolzano e ha toccato tutte le regioni d’Italia: "Per la Giornata mondiale siamo in Umbria e poi proseguiamo con molte altre tappe" (qui la pagina della campagna).
Precarietà e sommerso
Alla sindacalista chiediamo di fare un primo bilancio della campagna, considerando che ha attraversato tutta la penisola. Come sta il turismo in Italia a settembre 2023? "Nel nostro percorso abbiamo visto che quest’anno il turismo è in forte ripresa, il settore è tornato a crescere, tante strutture hanno registrato il tutto esaurito generando un fatturato importante - spiega Caiolo -. Non va così bene invece sul fronte del lavoro. Il dato che ci preoccupa veramente è quello dell’occupazione: nel turismo c’è una fortissima precarietà, la durata dei contratti stagionali già breve si è perfino accorciata rispetto al passato. C’è troppo sommerso: lavoro nero, grigio e forme di sfruttamento vero e proprio. Questo naturalmente va a incidere sulle condizioni dei lavoratori che non sono posti in una condizione di buona occupazione, dunque tendono ad allontanarsi dal settore e fare altro.
Rinnovare i contratti
Insomma il comparto è in sofferenza, questo si riflette direttamente su tutti quelli che ci lavorano. "Una sofferenza che aumenta per le condizioni insostenibili - aggiunge -, considerando che molte persone pur lavorando si trovano in situazione di povertà. È colpa di una serie di fattori: per primo le retribuzioni basse, con i contratti nazionali del settore scaduti che non vengono rinnovati. In tal senso le controparti datoriali dimostrano un atteggiamento dilatorio sugli aumenti salariali. Poi c’è il nodo delle condizioni di lavoro: mi riferisco al part-time involontario, verticale e ciclico, ma anche alla flessibilità eccessiva che impedisce la conciliazione dei tempi tra vita e lavoro".
Manca una politica di settore
La Giornata mondiale del turismo è un'occasione per rilanciare la questione. "Oggi accendiamo ulteriormente i riflettori su tutte queste criticità. Bisogna sottolineare anche che stiamo scontando un’assenza di politiche del settore e di politiche attive del lavoro, e qui entra in gioco il governo. Tra le nostre richieste c’è anche la riforma degli ammortizzatori sociali, a partire dalla Naspi. Le ultime modifiche hanno penalizzato gli addetti del turismo ancora di più, basti pensare che a fronte di un contratto trimestrale ora l’indennità copre solo un mese e mezzo. In una parola - conclude Monja Caiolo -, nella Giornata mondiale del turismo chiediamo rispetto. Il rispetto che meritano tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore”.