Deve essere una strategia, anzi certamente lo è. La presidente del Consiglio Meloni e il ministro della Pubblica amministrazione Zangrillo stanno perseguendo in maniera ostinata la mortificazione del lavoro pubblico. Prima è toccato ai lavoratori e alle lavoratrici delle funzioni centrali, poi ai dipendenti degli enti Locali, ai professionisti della sanità, ora tocca ai Vigili del fuoco.

Il rinnovo contrattuale presentato e difeso strenuamente dall’Aran prevede un aumento solo del 5,75 per cento dell’inflazione, assai lontano da quel quasi 17 per cento che si è mangiato il potere d’acquisto delle buste paga. D’altra parte, nella legge di bilancio le risorse per altri aumenti non ci sono. Ma si potrebbero trovare utilizzando quelle previste per i rinnovi contrattuali dei bienni successivi.

La Fp Cgil non firma

Non aveva firmato quelli per le funzioni centrali, per gli enti locali e per la sanità, coerentemente non ha firmato questo per i Vigili del fuoco. “La sottoscrizione degli accordi negoziali 2022-2024 del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha determinato il taglio reale delle retribuzioni di oltre 280 euro medi”, Mauro Giulianella, coordinatore nazionale Fp Cgil dei Vigili del fuoco.

“Altro che armonizzazione con il contratto a perdere delle forze di polizia”, continua l’esponente sindacale: “La sconfitta del sindacato è permettere al governo Meloni, attraverso il contratto, di tagliare il potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori di ben due terzi rispetto al dovuto”. E già, perché a non firmare è stata solo la Fp Cgil: tutte le altre sigle, invece, la firma l’hanno messa.

Sottoscrizione a perdere

“Le risorse insufficienti realizzano un incremento medio delle retribuzioni dei dipendenti pubblici del 5,78 per centro a fronte di un’inflazione a due cifre”, riprende Giulianella: “Non potevamo essere disponibili a sottoscrivere accordi che mortificano chi opera nel soccorso ogni giorno, senza dare adeguate risposte neanche sul piano normativo”.

Il coordinatore Fp Cgil evidenzia anche che “si peggiorano le condizioni di lavoro, salute e sicurezza, aprendo la possibilità all’impegno straordinario grazie alla cancellazione del limite dei quattro turni di pronta disponibilità. Nessuna risposta sull’attivazione della tutela legale del personale coinvolto in procedimenti giudiziari, viene cancellato il riferimento all’Inail per l’osservatorio sulle malattie professionali, non viene data l’opportunità di accedere alla previdenza complementare”.

Una firma è stata messa

È quella in calce a un atto di impegno per garantire al personale che vengano date risposte effettive ai formatori, ai capo squadra, alle tante specializzazioni, agli autisti. Si poteva fare altro, ma si è scelto di non farlo. Ricorda il dirigente sindacale: “Avrebbero potuto mettere a disposizione della contrattazione tutte le risorse già stanziate per il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, a partire dalle risorse individuate per i rinnovi contrattuali successivi, passando poi a quelle per il riordino dell’ordinamento determinate con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che prevede 28 milioni di euro per il 2025 e il 2026, con 34 milioni a decorrere dal 2027. Ma non lo hanno voluto fare. Il ministro Zangrillo ha attribuito l’aggettivo di virtuosi a chi ha sottoscritto velocemente questi accordi. Virtuoso non lo è stato il governo, evidentemente”.

Il contratto peggiore

L’amarezza è davvero molta. Quello sottoscritto è forse il contratto più brutto mai varato, e non solo per le condizioni economiche. Ed è bene ricordare il lavoro delicato, strategico e altamente specializzato che gli uomini e le donne dei Vigili del fuoco compiono. Eppure sono sotto organico, con pochi mezzi e poco pagati.
Conclude Giulianella: “Con questi pessimi accordi si è certificato che è possibile svendere il lavoro del soccorritore, del vigile del fuoco. Nessun contratto di lavoro dei Vigili del fuoco era mai stato sottoscritto a queste condizioni, anche quando il sindacato autonomo accusava la Fp Cgil di sottoscrivere accordi al ribasso. Per queste ragioni non abbiamo sottoscritto il peggior contratto della nostra storia”.