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Dopo lo stop causato dalla pandemia, è stato rinnovato il contratto integrativo del gruppo Gucci per tutti gli stabilimenti italiani, Firenze, Milano, Novara, che contano più di 3 mila lavoratori, per la componente economica, mentre sono ancora in corso le trattative per la parte normativa.
L’accordo, approvato dall’82 per cento della maggioranza dei votanti, prevede un aumento del 13 per cento sul salario di ingresso del gruppo, che è già superiore di circa il 30 per cento rispetto ai minimi previsti dal contratto collettivo dell’industria della pelletteria, per gli stessi inquadramenti. A questo si aggiunge l’aumento della componente di welfare aziendale legato all’integrativo, che passa da 300 a 500. Sono state inoltre migliorate e consolidate le performance di esigibilità del premio, che paga un importo fisso uguale per tutti allargando la platea di beneficiari.
“Il lavoro svolto per raggiungere questo risultato è il giusto riconoscimento e la giusta valorizzazione dell’impegno investito nelle relazioni sindacali in anni non semplici per le maestranze dell’azienda – affermano la segretaria nazionale Filctem Sonia Paoloni e il coordinatore nazionale di Gucci per Filctem Massimo Bollini -. Lavoro che ci ha consentito di riconoscere la redistribuzione del valore aggiunto dell’azienda in favore delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Il buon risultato ottenuto è indice dell’ottimo stato di salute del sistema della moda italiano – proseguono i sindacalisti -. La ripresa del Made in Italy sta segnando i suoi punti, auspichiamo esiti positivi anche per le altre importanti aziende del settore e siamo fiduciosi che andremo al rinnovo del contratto nazionale con un’economia florida in questo ambito: l’integrativo appena siglato sarà propedeutico per la trattativa che si aprirà il 13 aprile a Firenze”.