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Le voci si rincorrevano da tempo, ma non ci si voleva credere. Invece è vero: la Riello di Morbegno (Sondrio) chiude. La comunicazione ufficiale della multinazionale Carrier corporation, proprietaria dal 2020 della storica azienda di caldaie, è arrivata lunedì 8 aprile. Immediata la replica di sindacati e lavoratori, con uno sciopero e un’assemblea dei 61 dipendenti (51 operai e dieci impiegati).
L’annuncio è avvenuto nel medesimo giorno in cui il segretario generale Cgil Maurizio Landini era a Sondrio, e la coincidenza suona beffarda. Fiom Cgil e Fim Cisl hanno subito chiesto la rapida convocazione a Roma, presso il ministero delle Imprese, di un tavolo di crisi sull’azienda valtellinese, che negli anni Novanta impiegava più di 500 lavoratori.
La società era da tempo in difficoltà. Negli anni sono mancati gli investimenti, gli impianti sono invecchiati, i prodotti meno appetibili per un mercato sempre più interessato da norme comunitarie e transizione ecologica. E quindi è arrivata prima la cassa integrazione, poi il mancato rinnovo dei contratti in somministrazione, infine la decisione della chiusura, con la produzione che sarà in parte esternalizzata e in parte trasferita in altri impianti della multinazionale”.
“Il pensiero principale è come salvaguardare l’occupazione delle 61 persone che ancora lavorano alla Riello”, commenta il segretario Fiom Cgil Sondrio Alberto Sandro: “Certamente non permetteremo che quest’azienda si ritiri dal territorio ‘gratis’, perché ha beneficiato di denaro pubblico e la politica su questo dovrà farsi sentire”.
“Siamo molto preoccupati per l’impatto sociale ed economico”, aggiunge la segretaria Fim Cisl Sondrio Alessandra Vaninetti: “Il personale ha una professionalità e competenze aziendali della durata di decenni, ma purtroppo per diversi anni il sito ha subito una mancanza di competitività rispetto al settore”.